Fabrizia Di Lorenzo, l’ultimo addio

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    Fabrizia Di Lorenzo – Vigilia di Natale. Un momento da trascorrere in famiglia, tra parenti e familiari intorno ad una grande tavolata. Un momento che molti ragazzi italiani che vivono all’estero aspettano con ansia. Fabrizia, a pochi giorni di distanza dal quel tragico evento, sarebbe dovuta rientrare a casa per trascorrere le feste con i genitori, la madre Giovanna, il padre Gaetano ed il fratello Gerardo.

    Fabrizia Di Lorenzo: la vicinanza di Mattarella e le parole del vescovo

    Fabrizia è tornata a casa sua ma all’interno di una bara. Quel tragico attentato terroristico, nei mercatini di Natale a Berlino, quel tir scagliatosi a tutta velocità sulla folla che passeggiava tra le luminarie affisse per il Natale, ha portato via per sempre la nostra Fabrizia. Una ragazza di 31 anni, trasferitasi a Berlino tre anni fa per lavoro. Laureata, con un Master alle spalle, amava la vita. Sempre con il sorriso sul volto, si è rimboccata le maniche per cercare quella indipendenza che molti giovani italiani non trovano nel proprio Paese, costringendoli ad andare fuori, lontano da casa, per mettere in pratica anni di studio e di sacrifici.

    Il 24 dicembre scorso il feretro di Fabrizia è arrivato all’aeroporto di Ciampino con l’aereo della flotta di Stato. Ad attenderla, il padre Gaetano, la madre Giovanna e il fratello Gerardo, che scesi dall’aereo hanno trovato un pulmino dell’Aeronautica militare che li ha accompagnati fino all’ingresso dell’aerea riservata. Ad accoglierli, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato da Alte cariche.

    Fabrizia Di Lorenzo: l’arrivo del feretro in aeroporto a Roma

    Il feretro, una volta giunto in aeroporto è stato poi posizionato a bordo di un carro funebre. Subito il cappellano militare don Michele Loda ha impartito la benedizione. La madre Giovanna ha deposto una rosa rossa sulla bara bianca adagiata all’interno del carro funebre e i familiari hanno ricevuto un lungo abbraccio da parte del presidente Mattarella. Il carro funebre si è così diretto a Sulmona dove lunedì 26 dicembre alle ore 11 si sono celebrati i funerali nella cattedrale di San Panfilo.

    fabrizia di lorenzo

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    Una Chiesa gremita, con le telecamere poste fuori dal luogo di culto, davanti la presenza del Capo dello Stato Mattarella, il Ministro degli Interni, Marco Minniti, il Vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, e la Senatrice di Forza Italia, Paola Pelino.

    Durante l’omelia, il vescovo Angelo Spina, ha ricordato il sorriso di Fabrizia. “Fabrizia amava la vita, con grandi ideali e forti valori, il suo sorriso resterà sempre con noi”.

    Poi ha aggiunto: “Fabrizia era andata via da qui per cercare lavoro, ha dovuto lasciare questa terra che non riesce a dare speranza a questi giovani per il lavoro”.

    Ha così concluso dicendo: “Dal cielo cara Fabrizia, con il tuo sorriso, la tua giovialità, la tua leggerezza e le tue preghiere dona e conforto ai tuoi cari. Da lassù guarda ai giovani della nostra terra e del mondo intero, prega perché i giovani capiscano quanto è prezioso il dono della vita che va difeso e custodito e perché ognuno di noi sia ambasciatore e costruttore di un mondo di pace. Amen”.

    Fabrizia Di Lorenzo, l’attentatore di Berlino: Anis Amri

    L’attentatore di Berlino, Anis Amri, è stato ucciso dalla polizia a Sesto San Giovanni, Milano. Dalla Germania era giunto in Francia e da qui era arrivato in Italia. Due agenti della Polizia di Stato, hanno notato un uomo sospetto. Alla richiesta dei documenti, Amri ha estratto una pistola e al grido “Bastardi” ha sparato, colpendo alla spalla uno dei due agenti, Cristian Movio di 36 anni. A quel punto, l’altro poliziotto, un agente in prova, Luca Scatà, 29 anni appena arrivato a Sesto, ha risposto al fuoco, colpendo Anis al costato, risultato poi mortale per il terrorista ricercato.

    Il Questore ha definito Amri “come un fantasma”. Non aveva con sé telefonini per non essere rintracciato. Aveva un coltellino e un centinaio di euro e due biglietti con partenza dalla Francia che hanno permesso di ricostruire il tragitto.  Il killer aveva viaggiato in treno da Chambery, in Savoia, fino a Torino. Si era fermato per circa tre ore, riprendendo poi il treno e raggiungendo, all’una di notte, la stazione Centrale di Milano. Da qui è giunto a Sesto, dove intorno alle tre di notte ha incontrato gli agenti in pattuglia del commissariato locale.

    Una storia, triste, e il Natale ha messo il carico a questa povera famiglia che, invece di festeggiare la vigilia con la figlia e i parenti a tavola, hanno vegliato Fabrizia in una bara.

    Silvia Roberto

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