In Italia sono circa 2-3 mila l’anno i ritocchi intimi motivati dall’estetica

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    tratto dal film "La morte ti fa bella"

    Sono pronte a indebitarsi per un ritocco intimo. Anche in Italia, come nel Regno Unito dove gli esperti sono arrivati a chiedere regole chiare per arginare una «domanda potenzialmente infinita», il ‘sex design’ continua a dilagare. Le donne del Belpaese decise a ricorrere a queste forme estreme di restyling per cancellare i segni del tempo sono sempre più numerose e sempre più giovani. Persino ventenni. Tanto che nel giro di 5 anni si è passati da poche centinaia a circa 4 mila interventi l’anno, richiesti ed eseguiti nel 70% dei casi per motivi estetici. La stima è di Alessandro Littara, fondatore e direttore dell’Istituto di laser-chirurgia sessuale di Milano. Un boom dovuto anche al richiamo mediatico che ha avuto il debutto di queste tecniche importate dagli States. «Nel 2006 erano un paio i chirurghi che le proponevano, formati direttamente dai pionieri Usa. Oggi se si digita vaginoplastica su un qualunque motore di ricerca su Internet se ne trovano almeno 300», spiega l’esperto all’Adnkronos Salute. A cambiare, però, è anche l’atteggiamento delle donne. «Prima non ci pensavano neanche o ritenevano l’invecchiamento delle parti intime un fenomeno inevitabile. Ora sanno che si può correggere». Una moda che attraversa tutto lo Stivale. Le pazienti non si fermano neanche davanti all’ostacolo economico. Gianfranco Bernabei, specialista in chirurgia plastica ed estetica e presidente di Arpleg (Associazione europea di ringiovanimento chirurgico plastico ed estetico genitale), ha rivelato in occasione in occasione del primo Congresso internazionale dell’Associazione che c’è persino chi «chiede un prestito per potersi permettere l’intervento», o «ricorre a un finanziamento come si fa per esempio per pagare le spese del matrimonio»

     

    In Italia sono circa 2-3 mila l’anno i ritocchi intimi motivati dall’estetica, dai 500 ai mille quelli funzionali (riduzione del canale vaginale). L’intervento più gettonato è quello della riduzione delle piccole labbra (labioplastica riduttiva) che ha un costo compreso fra i 3 e i 5 mila euro, seguito dall’incremento delle grandi labbra, dalla riduzione o aumento del ‘monte di venerè e dalla perineoplastica (cioè la ricostruzione dell’introito vaginale). Mentre risulta definitivamente tramontata la ‘plastica del punto G’, «che ormai non si fa quasi più», sottolinea Littara. L’età delle pazienti che fanno ricorso al sex design per motivi ‘cosmeticì? «La fascia dai 30 ai 45 anni è la più presente, ma il trend è in diminuzione. E alle porte del chirurgo bussano sempre più ventenni», assicura l’esperto. Non mancano le mamme, messe a dura prova da più parti e spesso alle prese con i ‘postumì dell’episiotomia (incisione chirurgica che si fa per allargare il canale e favorire il passaggio del bebè). «C’è chi chiede l’operazione per ripristinare il piacere perduto e chi lo fa per pura estetica, chi ha archiviato relazioni durate anni e vuole tornare perfetta per rimettersi in gioco con una nuova storia», elenca il chirurgo. Ogni anno aumentano le richieste, nonostante la crisi. «Si viaggia al ritmo di un +10% l’anno, probabilmente anche un + 20%», calcola Littara.

    E se nel Regno Unito il ritocco intimo può essere rimborsato a carico del servizio sanitario pubblico, in Italia succede in casi estremamente rari, in cui il problema è evidentemente funzionale. «L’aspetto psicologico non è contemplato dal Ssn – dice Littara – All’origine di un intervento deve esserci una patologia individuabile da un Drg (codice per il rimborso regionale, ndr) ben preciso», spiega il chirurgo che offre un altro punto di vista rispetto ai ‘colleghì britannici. Secondo l’esperto, infatti, in Italia sarebbe auspicabile che si rendessero ‘mutuabilì questi interventi: «In questo modo si controllerebbero le reali necessità del ritocco, scremando i casi in cui il chirurgo interviene per un proprio tornaconto personale». In Italia, precisa Littara, non si riscontrano fenomeni estremi come quello delle minorenni inglesi che si rivolgono al chirurgo per un ‘make up’ genitale. «È difficile incontrare ragazzine con il capriccio della chirurgia estetica» delle parti intime, «sebbene l’età delle pazienti si stia abbassando. Non solo: per quanto riguarda l’intervento più diffuso, cioè la labioplastica, si può dire che il 70% dei casi ha alla base una motivazione reale ed è operabile»

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