Infezioni gravi? Gli specialisti si confrontano a Roma

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    Infezioni da germi MDR Gli specialisti si confrontano nella Capitale

    Si è concluso ieri l’appuntamento romano dell’iniziativa “Critical Issues on MDR”, promossa dal GISIG (Gruppo Italiano di Studio sulle Infezioni Gravi). Il panel multidisciplinare di esperti, specialisti in Anestesia e Rianimazione, Chirurgia Generale, Malattie dell’Apparato Respiratorio, Malattie Infettive, Medicina Interna, Microbiologia e Virologia, Biologi e Farmacisti, si è confrontato per capire come affrontare al meglio le problematiche cliniche correlate alle infezioni sostenute da germi MDR, Multi Drug Resistent, ovvero resistenti contemporaneamente a diversi antibiotici. “L’obiettivo del GISIG è quello di dare supporto agli specialisti, gli infettivologi ma anche a tutti gli altri attori coinvolti nella gestione dei pazienti nella diagnosi e nella gestione delle infezioni da germi MDR, con indicazioni basate sulle evidenze scientifiche e non solo sull’esperienza clinica” afferma il Prof. Nicola Petrosillo, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Infezioni Sistemiche e degli Immunodepresso all’Istituto Nazionale Malattie Infettive IRCCS L. Spallanzani, la struttura che ha realizzato il progetto grazie al contributo di Pfizer. Il progetto GISIG si propone, con una serie di workshop interdisciplinari, di affrontare in particolare le problematiche cliniche correlate alle infezioni gravi da gram+ e gram- in un contesto di “pratica clinica” e di raccogliere, in modo sistematico, le informazioni riguardanti casi clinici con decorso severo e/o complesso, sostenuti da germi MDR. Questi germi determinano spesso infezioni gravi, soprattutto quando colpiscono pazienti critici e affetti da altre malattie. Si tratta di una sfida molto impegnativa per tutti i clinici: basti considerare che ancora oggi in Italia, nonostante attente misure di prevenzione e l’introduzione di nuove terapie antibiotiche, si stima che si verifichino tra i 450 e i 700mila casi di infezioni ospedaliere all’anno di cui circa l’1% con esito mortale. “Le infezioni ospedaliere sono rilevanti, di grande impatto, e coinvolgono dal 9% al 10% dei pazienti ricoverati. Inoltre dobbiamo considerare che parlare di infezioni ospedaliere significa inquadrare solo una parte del problema, perché l’ospedale non è l’unico luogo in cui si fa assistenza; oggi infatti si parla in maniera più estesa di infezioni associate alle organizzazioni sanitarie come strutture sanitarie assistite, day hospital e day surgery, dove una persona può transitare o può comunque eseguire delle procedure invasive che possono favorire le infezioni”. Le infezioni associate alle organizzazioni sanitarie diventano ancora più gravi quando coinvolgono microrganismi importanti talvolta multi resistenti come i germi MDR perché gravate da una elevata mortalità e da possibili sequele a distanza “Devono essere trattate con grande attenzione. Il fenomento è fortemente legato alle strutture sanitarie – continua il Prof. Petrosillo – perché al loro interno tali microorganismi possono selezionarsi con maggiore facilità, sia per l’impatto delle terapie antibiotiche, sia per le caratteristiche del paziente, che può essere immunodepresso. Il problema è ancora più importante in soggetti particolarmente defedati, in pazienti con difese immunitarie compromesse, in pazienti anziani, in terapia steroidea, trapiantati, con neoplasie, con cormobidità che vanno dalle cardiopatie al diabete e alla BPCO, pazienti importanti che possono subire un danno maggiore a seguito di queste infezioni.” Di fronte a una sfida così ostica (i dati confermano che il 16% delle infezioni all’interno dei contesti sanitari è da imputarsi ad agenti patogeni contro cui i tradizionali farmaci non garantiscono la necessaria efficacia) il progetto GISIG diventa uno strumento fondamentale per implementare una politica saggia dell’utilizzo degli antibiotici, anche grazie all’applicazione schematica di alcune regole, e alla coralità con le quali vengono applicate da parte del gruppo fortemente multidisciplinare coinvolto nell’incontro. “Data la scarsa disponibilità di farmaci, i clinici e gli infettivologi hanno il dovere di utilizzare al meglio le armi a loro disposizione, per sfruttare al massimo le caratteristiche farmacologiche, le modalità e i tempi di somministrazione ottimali ed evitare un uso eccessivo di antibiotici dove questi non sono necessari – commenta il Prof. Petrosillo. “In quest’ottica di virtuosismo anche l’utente gioca un ruolo importante. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, molte persone pensano ancora che l’antibiotico rappresenti la panacea a tutti i malesseri non sapendo che in alcuni casi non serve. Gli antibiotici sono una risorsa importante, da utilizzare con prudenza, e a partire dalla loro comparsa ci hanno protetto da malattie un tempo mortali, ma non devono essere assunti senza criterio perché se utilizzati scorrettamente possono essere pericolosi e contribuire a selezionare microorganismi resistenti.” Le infezioni ospedaliere costituiscono una sfida importante sia per la comunità scientifica che per la salute pubblica, comportando conseguenze di natura terapeutica, economica, eticodeontologica e di responsabilità. Causano, infatti, prolungamento dei tempi di degenza, invalidità permanenti ed incremento delle inabilità al lavoro, oneri per il SSN, ma soprattutto un costo in termini di sofferenza dei pazienti che oggi può essere meglio evitato.

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