Italicum. Consulta boccia ballottaggio e salva premio di maggioranza

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    Dopo tanta attesa la Consulta si è espressa sull’Italicum, la legge elettorale autoreferenziale e dal sapore tutto renziano, che ha fatto così tanto discutere politici, costituzionalisti e giornalisti non solo per essere una legge governativa e non parlamentare, non solo per essere passata con un colpo di fiducia, non solo per l’arroganza con cui dava per scontata la vittoria referendaria ma anche e soprattutto perché mortificava un concetto al quale troppo spesso negli ultimi anni abbiamo dovuto rinunciare cioè la rappresentatività a favore di una governabilità che, di fatto, non è stata comunque possibile.

    ParlamentoLa Consulta ha bocciato, come molti autorevoli costituzionalisti avevano già previsto, il ballottaggio. Ha ritenuto ammissibili invece il premio di maggioranza al partito che ottiene il 40% più uno dei voti e le multicandidature, sopprimendo però la possibilità del candidato vincitore di scegliere il collegio nel quale esercitare la sua funzione e affidandolo a sorteggio. Rimane invariata la soglia di sbarramento al 3%.

    Si tratta di una sentenza autoapplicabile, che consente cioè di portare i cittadini al voto in qualunque momento, possibilità questa auspicata da alcuni esponenti politici che hanno subito commentato su facebook l’esito della Consulta. Beppe Gillo, che ha già iniziato il pressing, ha commentato sul suo blog “Habemus Legalicum: voto subito! #Obiettivo40PerCento”. Duro il commento di Alessandro Di Battista “Renzi rende incostituzionale tutto ciò che tocca. E’ l’ultimo definitivo fallimento di arroganti al potere e rottamatori della legalità”.

    Matteo Salvini con l’hashtag #VOTO SUBITO ha scritto “Legge elettorale subito applicabile dice la Consulta. Bene, non ci sono più scuse: parola agli italiani!!!”, e Giorgia Meloni, affidando anche lei le sue parole a facebook, ha dichiarato “Adesso che abbiamo una legge elettorale non ci sono più scuse: si torni a votare immediatamente”.

    Anche Enrico Letta, con il suo commento senza appello, non ha fatto mancare la sua voce “Ho avuto conferma di aver fatto bene, contro il mio partito, a votare contro #Italicum. Ultimo doloroso atto prima di dimettermi dalla Camera”.

    Dal fronte Pd sia Stefano Pedica sia Ettore Rosato, capogruppo alla Camera, si rendono disponibili ad andare al voto il prima possibile.

    Ora bisogna chiedersi se è un bene andare al voto con due diverse leggi elettorali, ciò che resta dell’Italicum dopo l’intervento della Consulta per la Camera, e il Consultellum al Senato, oppure sia opportuno tentare un’armonizzazione delle due leggi con l’auspicio che, almeno questa volta, sia coinvolto il Parlamento.

    Elena Martinelli

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