La funivia urbana di Roma no Atac

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    Finalmente sembrerebbe che la Città Eterna avrà la sua teleferica come già molte altre città del mondo. Infatti, anche in questo progetto Roma non brilla per innovazione, in molte città la teleferica è concreta realtà già da anni.

    Come nel caso di Berlino, Londra, Madrid, Barcellona e Lisbona.

    Ad esempio a Londra la funivia urbana è in funzione dalle olimpiadi del 2012, sorvola per circa un chilometro il fiume Tamigi e collega Greenwich Peninsula al molo Royal Victoria. Il progetto è stato finanziato dalla Emirates, la compagnia aerea che dà anche il nome alla struttura: Air Emirates Line. Le cabine possono trasportare fino a 2.500 persone per senso di marcia.

    Quindi questo progetto non sembrerebbe così irrealizzabile.

    In cifre i cittadini paiono apprezzare. “Il 67,2% degli intervistati a Primavalle, Montespaccato, Casalotti e Selva Candida è favorevole alla realizzazione della funivia. Il 75% era a conoscenza del progetto e il 65% lo userebbe per spostarsi”. La sindaca sciorina i dati relativi a un campione di 1.200 romani ascoltati tra il 6 e il 19 dicembre 2016. Incoraggianti, uno stimolo a proseguire”

    Potrà trasportare 3.500 passeggeri all’ora per senso di marcia, per un totale di 43.000 al giorno. Tre chilometri e mezzo di tracciato che saranno percorsi in 19 minuti con due ipotesi progettuali, entrambe da quattro fermate. Costo stimato: 90 milioni di euro. “Considerando ammortamento più esercizio e manutenzione sarà di 300 euro per ogni 1000 passeggeri rispetto ai 1.440 euro per la metropolitana, 560 per gli autobus e 530 per il tram” commenta l’assessore Meleo. Ottimiste le tempistiche valutate per la realizzazione: “Entro il 2020 o 2021 sarà funzionante”.

    Virginia Raggi, la sindaca di Roma, rassicura: “Abbiamo fatto delle analisi comparative tra i diversi sistemi di trasporto e la funivia è risultata essere più conveniente nella zona Casalotti”, La teleferica auspicata dal partito grillino ha infatti un costo stimato di 100 milioni di euro per un collegamento di circa 4 chilometri (con una spesa di 25 milioni a km) e 5 stazioni: Battistini, capolinea all’intersezione con la linea A del metrò; Torrevecchia; Boccea, altezza Gra; Casalotti, Selva Nera (fine corsa). La capienza media sarà di 3.000-3.500 passeggeri all’ora (contro gli oltre 20mila della metro) e tempi di percorrenza di 30 minuti.

    Con la formula di concessione, realizzazione e gestione: ciò significa che le ditte che si aggiudicheranno la commessa, dopo avere costruito materialmente la cabinovia, saranno anche i gestori dei nuovi impianti, almeno per un lungo periodo iniziale (minimo 5 anni, in genere). Questo dovrebbe valere per la Casalotti-Boccea, che incrocerebbe la metro A a via Battistini, ma anche per la Magliana-piazza Civiltà del lavoro a Sud e per la Ionio-Bufalotta sempre nel quadrante nord. Insomma, pur promettendo ostinatamente di voler tenere la malandata Atac al 100% in mani pubbliche, il Comune sembra disposto a cedere ai privati la più importante infrastruttura di trasporto che i Cinquestelle sognano di lasciare in eredi.

    I costruttori della cabinovia, saranno anche i gestori dei nuovi impianti, almeno per un lungo periodo iniziale (minimo 5 anni, in genere).

    Il Comune nel 2018 dovrebbe finalmente assegnare altre due commesse milionarie: l’appalto per le grandi alberature (4 lotti, circa 5 milioni di euro) e quello per il cosiddetto verde orizzontale, quindi cespugli e aiuole, spacchettato in 5 lotti per 4 milioni complessivi.

    Emiliano Salvatore

     

     

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