Lotta contro l’Aids “Tempi ancora molto lunghi, ma siamo sulla strada giusta”

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    La lotta contro l’Aids ha una nuova arma: i farmaci che negli ultimi 15 anni hanno permesso di allungare la sopravvivenza possono essere usati in modo nuovo, ancora più precocemente, per ridurre le nuove infezioni. È ottimista Anthony Fauci, il direttore dell’Istituto Nazionale per la lotta alle malattie infettive degli Stati Uniti (Niaid) che è uno dei punti di riferimento della ricerca sull’Aids a livello internazionale. Fauci è ottimista anche sul vaccino: «i tempi sono ancora molto lunghi, ma adesso siamo sulla strada giusta», ha detto all’ANSA a margine della Conferenza mondiale sull’Aids che si è aperta oggi a Roma, organizzata da International Aids Society (Ias) e Istituto Superiore di Sanità (Iss). Mentre la chiave di volta della terapia consiste, per Fauci, nel trattare tutte le persone sieropositive il più precocemente possibile, il vaccino richiede una prospettiva completamente nuova e diversa da quella seguita finora tradizionalmente per mettere a punto vaccini contro altre malattie. A suggerire il nuovo uso dei farmaci per silenziare l’infezione sono i risultati di alcune ricerche molto recenti, che saranno presentate a Roma. La prima, indicata con la sigla Hptn 052, dimostra in modo definitivo che all’interno di una coppia il partner sieropositivo riduce il rischio di trasmettere il virus cominciando ad assumere i farmaci prima possibile. «La terapia è la prevenzione: ecco la prova» è il titolo della sessione nella quale domani saranno presentati questi dati. A questo punto, secondo Fauci, «bisogna fare molta attenzione a non creare un conflitto tra le risorse destinate alla terapia e alla prevenzione perchè ormai la terapia è prevenzione». È una prospettiva nuova che, ha aggiunto, «richiederà una grande quantità di denaro, ma spendere molto adesso significa risparmiare in futuro in termini di assistenza e vite». Se i farmaci aiuteranno a tenere a bada il virus Hiv e gli impediranno di circolare, la lotta all’Aids non sarà comunque finita. «Controllare il virus non significa eradicarlo e non riusciremo a raggiungere questo obiettivo in pochi anni. Basti pensare che non abbiamo ancora eradicato la poliomielite». Quello che accadrà, realisticamente, nei prossimi anni sarà un rallentamento significativo della circolazione del virus Hiv«, ha osservato Fauci. »A lungo termine – ha aggiunto – l’Aids potrà non essere più un problema di sanità pubblica se si punterà a test, campagne di informazione e terapia precoce«. C’è molto da fare in questa direzione, ha aggiunto, »perchè sono molte, attualmente, le persone che non sanno nemmeno di avere l’infezione«. Parallelamente, ha detto ancora Fauci, si deve continuare a seguire la strada dei vaccini: »adesso sappiamo di essere sulla strada giusta e che dobbiamo modificare completamente la strategia«. Finora »si puntava essenzialmente a imitare il virus in modo da suscitare la reazione del sistema immunitario, ma questo non può funzionare con un virus che muta facilmente come quello dell’Aids«, ha spiegato. »Ora abbiamo tecnologie che ci permettono di isolare una parte del virus e di utilizzarla per produrre una reazione immunitaria. Le conoscenze – ha concluso – ci sono, ma saranno necessari ancora anni di lavoro«.

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