Martedì si celebra la giornata  mondiale di lotta contro l’AIDS

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    Martedì si celebra la giornata  mondiale di lotta contro l’AIDS –

    Martedì si celebra la giornata  mondiale di lotta contro l’AIDS. Come succede dal 1987, anche quest’anno, l’Istituto Superiore di Sanità metterà a disposizione ricercatori e consulenti, che risponderanno anche in lingua inglese agli utenti. In questa giornata è sempre disponibile l’indirizzo e-mail tvalis@iss.it dedicato esclusivamente alle persone sorde e il sito informativo uniticontrolaids.

    Martedì il numero verde AIDS e IST (Infezioni sessualmente trasmesse) 800 86 10 61 sarà attivo già in mattinata dalle 10 alle 18 e dalle 14 alle 18 sarà presente anche il consulente in materia legale. Il Telefono Verde,  anonimo e gratuito, è collocato all’interno dell’Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione (UO RCF) dell’ISS, è normalmente attivo, da oltre 33 anni, dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 13.00-18.00.

    Dal 20 giugno 1987 al 20 novembre 2020 gli esperti del Telefono Verde AIDS e IST hanno ricevuto in totale 811.212 telefonate provenienti dall’intero territorio nazionale, rispondendo a 2.248.994 quesiti. Nel solo anno 2020 (2 gennaio – 20 novembre) sono pervenute 6.664 telefonate, dal Nord (40,8%), dal Centro (27,8%), dal Sud (19,3%) e dalle Isole (5,6%). Gli utenti hanno un’età compresa tra i 20 e i 39 anni (63,1%), sono in grande maggioranza di sesso maschile (82,6%) e dichiarano di praticare principalmente rapporti eterosessuali (61,4%).

    Le aree tematiche affrontate nel colloquio di counselling, per un totale di 24.064 quesiti, si riferiscono soprattutto alle modalità di trasmissione delle IST (31,9%), nonché alla tipologia e all’attendibilità dei test con particolare riferimento all’HIV (29,7%).

    In circa il 10% delle telefonate emerge una totale disinformazione riguardo il rischio infettivo di situazioni ordinarie (alimenti, puntura di insetti, bagni pubblici, estetista/parrucchiere).

    Relativamente alle telefonate pervenute nell’anno in corso spicca con evidenza che il 49,0% di queste è effettuata da persone-utenti che dichiarano di non avere mai eseguito un test per HIV.

    Tale attività telefonica ha consentito anche di dare indicazioni sui servizi nazionali e regionali preposti per l’emergenza da COVID-19.

    All’attività di counselling telefonico si accompagna quella di indagine scientifica sulla conoscenza e sui comportamenti a rischio di IST. La survey più recente ha riguardato le donne che accedono al Telefono Verde AIDS e IST e al sito Uniti contro l’AIDS. L’obiettivo è stato quello di rilevare le caratteristiche socio-anagrafiche e comportamentali delle donne che afferiscono a entrambi i Servizi.

    I risultati conseguiti mostrano che le donne intervistate, malgrado conoscano i metodi di barriera e quindi di protezione dalle infezioni, non li utilizzano costantemente, manifestando una bassa percezione del rischio.

    Secondo quanto riferisce l’ISS sono state, anche, erogate consulenze in materia legale sulle problematiche lavorative di persone HIV+ a seguito della necessità di esonero dal lavoro in tempo di COVID-19.

    AIDS in Italia: cresce il numero dei contagi tra i giovani e si arriva in ritardo al test

    Secondo i dati più recenti raccolti ed elaborati dal Centro Operativo Aids dell’Iss, nel nostro paese diminuiscono progressivamente in Italia dal 2012 le nuove diagnosi di infezione da HIV, soprattutto nell’ultimo biennio, con un’incidenza che è lievemente inferiore a quella delle altre nazioni dell’Unione Europea. Ma il numero più frequente di nuove diagnosi si registra nella fascia d’età 25-29 anni, l’età mediana invece è 39 anni per le femmine e 40 anni per i maschi.

    Rispetto agli anni precedenti, inoltre, cambia la modalità di trasmissione: nel 2019 per la prima volta la quota di nuove diagnosi HIV riferibili a maschi che fanno sesso con maschi (MSM) ha raggiunto quella attribuibile a rapporti eterosessuali (42%), che invece è stata da sempre la modalità più frequente. Il 60% delle persone diagnosticate con infezione da HIV nel 2019 erano già in fase avanzata di malattia e ignoravano di essere HIV positive già da molto tempo.

    Rita Lena

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