Migranti, MSF: “Inaccettabile violazione del diritto alle cure mediche”

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    “Questa mattina la Polizia di Stato ha portato via alcuni migranti mentre erano in fila per ricevere assistenza da parte di un’équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) presso il presidio Baobab a Roma, dove si raccolgono migranti e rifugiati che non trovano accoglienza nei centri della città”. Per MSF si tratta di un’inaccettabile violazione del diritto alle cure mediche.

    “Ricevere cure mediche è un diritto universale riconosciuto anche dalle leggi italiane e impedirlo è una violazione grave e inaccettabile,” dichiara Anne Garella, capomissione MSF in Italia. “Le autorità italiane hanno tutto il diritto di identificare le persone presenti sul territorio italiano, ma lo spazio medico non può essere utilizzato in modo opportunistico per facilitare operazioni di polizia. Chiediamo rispetto per i pazienti e per l’attività dei nostri medici, anche quando operano in insediamenti informali”.

    Nel corso dell’operazione, la polizia ha anche violato la confidenzialità medica scattando una foto alla scheda sanitaria di un paziente senza il suo consenso. MSF condanna queste violazioni e sollecita le autorità italiane a rispettare i diritti fondamentali delle persone indipendentemente da altri scopi.

    “Stavamo svolgendo la nostra normale attività di assistenza quando sono arrivati degli agenti di polizia chiedendoci informazioni sui pazienti nonostante la confidenzialità medica. Ma noi non chiediamo alle persone chi sono e da dove vengono, la nostra unica priorità è garantire loro l’assistenza e le cure di cui possono aver bisogno” dichiara Giovanni Perna, operatore umanitario di MSF presente questa mattina durante l’operazione della polizia.

    A partire dal 2016, MSF ha rafforzato il proprio impegno a supporto di rifugiati, migranti e richiedenti asilo negli insediamenti informali in tutta Italia. In particolare a Roma le nostre équipe mobili forniscono attività di salute primaria e supporto psicologico all’interno di edifici abbandonati dove uomini, donne e bambini vivono al di fuori del sistema di accoglienza in condizioni del tutto precarie e spesso senza alcuna forma di assistenza.

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