Mimmo Lucano. Il sindaco che sussurra agli ultimi foto

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    C’è questo strano vizio tutto italiano chiamato autolesionismo. E’ una perversione che ha radici che penetrano ettaro dopo ettaro nella nostra terra per contaminare, assopire e asservire ogni pretesa di tradurre in fatti la difesa dei diritti umani.

    Marco Benedetti

    E’ un modello che lavora subdolo e tenace contro gli ideali dei nostri padri costituenti, colpevoli di averci lasciato in eredità una visione e un sogno troppo grandi per un paese facile all’addomesticazione. Un sogno che voleva un’Italia dai confini aperti all’interno di un sistema europeista, che guardava forse troppo al nord del mondo e troppo poco al sud.

    Ma ecco che si fa strada sulla scena internazionale un piccolo grande uomo, Domenico Lucano.Con il piglio visionario e risoluto dell’uomo del sud prende in mano il timone di un paese afflitto, come tanti, dal morbo dello spopolamento e rassegnato al suo decadimento, Riace.

    E il sindaco Lucano con tutta la sua passione ed energia comincia a insufflare nuova linfa al paese ricostruendo questo splendido borgo con mattoni impastati di umanità e solidarietà.

    Il suo agire, guidato dalla logica spontanea dell’integrazione e del rispetto della diversità, conduce alla sublimazione di Riace come il piùmoderno e universale modello di convivenza pacifica.

    Domenico Lucano compie un’operazione molto semplice: al fine di includere nel tessuto civile del suo paese i rifugiati, da un lato gli concede in comodato d’uso le abitazioni abbandonate di Riace, ed all’altro promuove l’apertura di piccole attività artigianali con i soldi dei progetti di accoglienza erogati ai Comuni dallo Stato dando vita a un’economia in grado di restituire dignità agli abitanti attraverso l’autosufficienza.

    Insomma crea un circolo virtuoso che gli conferisce una rilevanza al livello internazionale facendolo entrare a pieno titolo nella lista delle cinquanta persone più influenti del mondo dalla rivista Fortune nel 2016.

    Ed è in questo momento che il nostro paese libera i poteri invisibili di quel tipo di autolesionismo che ci vuole anime dormienti e condiscendenti di un sistema che si alimenta attraverso una ramificazione sotterranea di micropoteri diffusi, irriconoscibili e insospettabili che agiscono striscianti e indisturbati.

    Sono quelli che aggiornando il software dello schiavismo hanno creato nuove armi che sparano dritte alla generosità di Lucano, ma soprattutto al simbolo che rappresenta, di un’altra Italia e di un’altra idea di società, più inclusiva, aperta al mondo e rispettosa della diversità, di un’Italia attiva e creativa.

    Il sindaco di Riace è stato così arrestato la mattina del 2 ottobre 2018 con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione,per aver tentato di combinare un matrimonio di comodo tra un’immigrata nigeriana e un cittadino italiano, tra l’altro mai convolato.

    Migliaia di persone, tra le quali molti giovani, il 6 ottobre hanno manifestato nelle piazze italiane a favore del sindaco Lucano e di paese ancora capace di produrre grandi pensatori.

    Ora, rinviato a giudizio, la magistratura dovrà decidere non solo delle sorti dell’uomo che sussurra agli ultimi, ma anche dell’Italia intera.

    Elena Martinelli

     

     

     

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