Il nucleo interno della Terra si è solidificato solo 565 milioni di anni fa

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    Lo afferma una ricerca pubblicata su Nature Geoscience dell’Università di Rochester, Rochester, New York che indaga sulla vita della potente dinamo nascosta nel cuore del nostro pianeta.

    Secondo John Tarduro, coordinatore dello studio, 565 milioni di anni fa, nel periodo Ediacarano,  il campo magnetico terrestre era al minimo della sua intensità, quasi sull’orlo del collasso, malgrado la presenza di un nucleo che avrebbe dovuto, invece,  rinvigorirlo.

    Questo indebolimento, hanno scoperto gli scienziati, era dovuto al fatto che il core  interno, costituito  da una lega ferro-nichel liquidi caldi (5.430°C) e  qualche elemento più leggero, a quel tempo non si  era ancora solidificato del tutto.

    Secondo i ricercatori il ferro al centro della Terra si sarebbe cristallizzato lentamente, in un intervallo di tempo compreso tra i 2,5 miliardi di anni e i 500 milioni di anni.

    La stima dei tempi di solidificazione non è, tuttavia,  definitiva e va rivista alla luce di analisi più approfondite fatte  sulle rocce nelle quali è registrata la storia dell’evoluzione del campo geomagnetico.

    L’esistenza di un nucleo interno distinto da un nucleo esterno liquido venne scoperta nel 1936 dalla sismologa  Inge Lehmann tramite le osservazioni delle onde sismiche generate dai terremoti che si riflettono parzialmente sul bordo del nucleo e possono essere rilevate da sismografi  sensibili posti sulla superficie terrestre.

    Secondo la letteratura scientifica, il nucleo interno si sarebbe  solidificato, dopo essersi separato dal nucleo esterno liquido a causa del raffreddamento graduale all’interno della Terra (circa 100 gradi Celsius per miliardo di anni), un processo che ha pompato il calore verso il nucleo esterno, rafforzando il campo geomagnetico.

    Prima della formazione del nucleo interno, l’intero nucleo era liquefatto, e si pensa che  la sua ‘età  sia compresa fra 2 e 4 miliardi di anni, quindi  più giovane dell’età della Terra che è di circa 4,5 miliardi di anni.

    John  Tarduro e colleghi sono arrivati alla loro scoperta analizzando alcuni minerali recuperati nel sottosuolo, strato Ediacarano, a Sept-Iles, una località vicina a Quebec, Canada, nei quali il campo magnetico dell’epoca aveva lasciato le sue impronte influenzando la direzione e l’orientamento del reticolo cristallino.

    I dati raccolti hanno evidenziato  che il campo magnetico era debolissimo sul punto di collassare, identificando un periodo di  almeno 75mila anni  in cui il campo geomagnetico era 10 volte più debole rispetto ad oggi e invertiva le sue polarità 20 volte più velocemente di quanto faccia attualmente.

    Sulla scoperta ci sono comunque punti controversi come, ad esempio, il fatto che uno  scudo magnetico più debole, avrebbe esposto le specie viventi ai letali  raggi cosmici,  influendo sull’evoluzione animale non solo nel Ediacarano, ma probabilmente anche all’inizio del Cambriano.

    “Ci vorranno più ricerche – dicono i ricercatori –  per perfezionare la nostra comprensione di come e se le fluttuazioni dell’intensità magnetica terrestre abbiano influenzato la vita sulla Terra”.

    Rita Lena

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