Nuovo record: nel 2020 oceani sempre più caldi

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    Nuovo record: nel 2020 oceani sempre più caldi –

    L’oceano riveste un ruolo importante nel modulare il clima della Terra e il contenuto di calore dell’oceano rappresenta il miglior indicatore del fatto che il pianeta si sta riscaldando o meno. Come peraltro affermato pochi giorni fa, per l’ambito atmosferico, dal servizio europeo Copernicus Climate Change, il 2020 e il 2016 sono stati i due anni più caldi mai registrati considerando, però, che il 2016 è stato l’anno di El Niño, il fenomeno climatico periodico che determina un forte riscaldamento delle acque oceaniche.

    Secondo Simona Simoncelli dell’INGV di Bologna e co-autrice italiana dello studio internazionale pubblicato su Advances in Atmospheric Sciences insieme a Franco Reseghetti dell’ENEA, “Il 90% del calore del riscaldamento globale finisce negli oceani quindi in realtà il ‘riscaldamento globale’ non è altro che il ‘riscaldamento dell’oceano. Oceani più caldi – aggiunge –  influiscono notevolmente sulle condizioni meteorologiche locali, generando tempeste più potenti e favorendo l’innalzamento del livello del mare. I risultati della ricerca rappresentano un ulteriore chiaro dato che indica la necessità di agire al più presto per limitare gli effetti del cambiamento climatico in atto”.

    Dalla ricerca è risultato che ciascuno degli ultimi nove decenni è stato più caldo del decennio precedente. “Il riscaldamento osservato ha delle conseguenze”, evidenzia Franco Reseghetti. “Il pianeta Terra – spiega  –  sta diventando ogni anno sempre più caldo, questo non è un problema solo del mondo accademico, perché il cambiamento climatico influisce quotidianamente sulle nostre vite e sulla nostra società. (…) e purtroppo non si sta facendo abbastanza per cercare di limitarne gli effetti nefasti.”

    Pianeta e oceani sempre più caldi determinano effetti sorprendenti e terribili come, ad esempio, gli incendi di vastissime dimensioni scoppiati in Australia, in parti della regione amazzonica e negli Stati Uniti occidentali. Tali fenomeni, secondo lo studio, così estremi sono, purtroppo, destinati a divenire sempre più comuni nel futuro.

    Inoltre, oceani più caldi portano ad un riscaldamento maggiore dell’atmosfera e un’atmosfera più calda provoca piogge più intense, un numero maggiore di tempeste e uragani di maggiore intensità, aumentando anche il rischio di inondazioni.

    È tutto il pianeta ad essere interessato dal fenomeno del riscaldamento, non solo qualche area specifica. Anche i Paesi dell’area mediterranea sono stati colpiti da importanti incendi estivi (Spagna, Portogallo, Grecia e Italia), e hanno subito danni da trombe d’aria e piogge di intensità estrema nell’anno più caldo mai misurato in Europa.

    Secondo i ricercatori “Il mar Mediterraneo, tra tutte le aree analizzate in dettaglio in questa ricerca è il bacino che evidenzia il tasso di riscaldamento maggiore negli ultimi anni, confermando peraltro quanto già riscontrato nel Rapporto sullo Stato dell’Oceano del Servizio Marino Europeo Copernicus del 2016 e del 2018, proseguendo un processo iniziato una trentina di anni fa ma con un incremento più elevato rispetto alle altre aree oceaniche.

    “I risultati ottenuti – concludono i ricercatori – sono la riprova che sono in atto effetti globali di ampia portata sull’ambiente e sulla società, pertanto, forte è l’invito ad intervenire per limitare in modo importante le emissioni di gas serra e allo stesso tempo ad adattarsi alle conseguenze ormai inevitabili dell’incessante riscaldamento avvenuto negli ultimi decenni”.

    R.L.

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