Omicidi di strada: e un’emergen​za senza fine

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    “Se mettiamoinsieme tutti i morti per reati contro la persona o per problemi di sicurezzasul territorio nazionale non arriviamo nemmeno a un quarto del numero divittime che rimangono ogni anno sulle strade, per colpa di assassini che nonrispettano il codice della strada o perché alla guida in stato di ebbrezza osotto l’effetto di droghe”.

    L’ultima tragedia dellastrada avvenuta in svizzera dove un pullman con targa belga ha urtato la paretedi una galleria e sono rimaste uccise 24 bimbi e adolescenti su un totale di 28morti, apre prepotentemente il dibattito sulla sicurezza stradale.

    “Anche se il numero di vittime è in calograzie all’aumento di controlli sulle principali vie di comunicazione – continua Frongia – siamo molto indietro rispetto ad altri paesi europei. Leistituzioni nazionali e le amministrazioni locali devono impegnarsi ancora dipiù su questo problema”. Prima di tutto educare i giovani, manon solo loro, perché le condizioni del traffico cambiano (in peggio) da unanno all’altro.

    “Sonod’accordo – affermaFrongia – anche se io aggiungerei anche laformazione a chi ha maturato cinque oppure otto anni dal rilascio della patenteper tenere vivo il buon senso e la cultura dell’educazione stradale. Ma quellodegli interventi su gli automobilisti e operatori professionali come irappresentanti e camionisti è solo uno dei fronti su cui va affrontata laquestione sicurezza stradale. Serve un maggiore controllo del territorio, conad esempio posti di blocco di fronte ai locali, postazioni di polizia stradaleche devono reprimere e prevenire allo stesso tempo, e bisogna organizzarecampagne d’informazione nelle scuole per sensibilizzare i giovani. Campagne incui devono essere coinvolte anche le famiglie. Proprio sulle campagne -sottolinea Frongia – l’organismo che presiedo ha organizzato insieme ad altreassociazioni partner nella città di napoli per sabato 24 due giornate di studiosulla sicurezza stradale dedicate in primis agli operatori volontari del terzosettore ma aperto anche ai giovani studenti. Se riusciremo – conclude il presidente -ad agire in queste direzioni potremo sperare di fermare, o per lo menoridurre drasticamente, questa strage silenziosa.”

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