Omicidio Sana Cheema. Sbai: “Basta rapimenti e violenza sulle donne”

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Omicidio Sana Cheema. Sbai: “Basta rapimenti e violenza sulle donne. Comunità internazionale intervenga”.

“Mancanza di prove certe. Con questa motivazione un tribunale pachistano ha assolto il padre, lo zio e il fratello di Sana Cheema, 25enne italo-pachistana portata via da Brescia nell’aprile del 2018 per costringerla a nozze combinate nel Paese d’origine della famiglia. Eppure gli stessi, nel corso delle indagini, avevano confessato, salvo poi ritrattare, probabilmente una volta compreso che potevano farla franca”.

È quanto dichiara in una nota Souad Sbai, Presidente dell’Associazione Donne Marocchine in Italia (ACMID).

“Purtroppo ancora oggi, ogni anno, milioni di giovani donne nel mondo sono vittime di abusi, discriminazioni o costrette a matrimoni forzati, anche in età minorile. Ed evidentemente ci sono Paesi dove il “delitto d’onore” è ancora tollerato. Questo non può più essere consentito, è ora di dire basta una volta per tutte.

L’Europa e la comunità internazionale devono farsi carico di questa grave piaga, con tutte le difficoltà del caso, e promuovere una rogatoria che vieti in tutto il mondo tali pratiche. O quantomeno, in attesa che ciò accada, occorre difendere donne come Sana Cheema, che forse troppo facilmente è stata lasciata portata via dall’Italia subendo questo atroce destino.

Tante purtroppo, sono infatti le donne che vengono portate via o addirittura spariscono nel nulla. Come Nadia Lazraq, una giovane ragazza marocchina scomparsa improvvisamente dal suo piccolo paese, Carpaneto Piacentino (Pc). Da tempo ormai non si hanno sue notizie. Facciamo appello al Governo italiano e a quello del Marocco, a Re Mohammed VI, affinché collaborino e si mobilitino per scoprire la verità e soprattutto ritrovare la ragazza” conclude la nota.

 

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