Oumuamua, l’asteroide (per qualcuno) intelligente 

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    Oumuamua, l’asteroide (per qualcuno) intelligente –

    Oumuamua, è un asteroide o una vela aliena? Un interrogativo che da qualche giorno gira sul web alimentando la fantasia di scienziati e gente comune.

    Ma il sospetto che non si tratti di  un semplice asteroide interstellare, ma di qualcosa di più intrigante e, forse,  “intelligente” non è venuto al semplice navigatore spaziale della rete, ma a due astrofisici di fama internazionale, Abraham Loeb e Shmuel Bialy del Harvard Center for Astrophysics, che hanno detto che Oumuamua potrebbe essere un oggetto artificiale,  “una vela aliena”.

    Lo studio pubblicato in anteprima su ArXiv.org e di prossima pubblicazione su  The Astrophysical Journal Letters , ricorda che Oumuamua fu avvistato per la prima volta il  31 ottobre 2017, dal Pan-STARRS telescope (vulcano Haleakalā, Hawaii), quando entrò prepotentemente nel Sistema Solare.

    Oumuamua è apparso subito come un oggetto speciale per la velocità, 313.600 km/h, con la quale  viaggiava, superiore a quella che ci si aspetta da un sasso che corre nello spazio e per la sua orbita slegata ed iperbolica.

    Strana anche la sua forma allungata e sottile, “un sigaro” che ruzzola nello spazio e che a seconda della superficie che espone alla luce del Sole cambia drammaticamente di luminosità.

    Era chiara la sua origine interstellare, ma non solo. Il dubbio è venuto quando l’asteroide nel suo cammino verso l’uscita dal Sistema Solare ha accelerato come se avesse getti di gas propulsivi.

    All’inizio si è pensato che Oumuamua fosse in realtà una cometa e che, come tutte le comete avvicinandosi al Sole, con la sublimazione del ghiaccio, abbia  sviluppato getti di gas.

    Poteva essere una spiegazione. Ma la the comet hypothesis è presto caduta: sebbene vicinissima al Sole (dentro l’orbita di Mercurio)  sull’asteroide non erano, infatti, visibili segni di attività cometaria, né code luminose e neppure righe di assorbimento e di emissioni di gas ed altre caratteristiche legate alla sua rotazione.

    Quindi, se Oumuamua non è un asteroide e neppure una cometa, che cosa è? Forse una nave spaziale aliena mascherata rivestita di polvere interstellare per farla apparire agli occhi dei telescopi come un asteroide, oppure  una vela solare? Come quelle, ha ipotizzato Loeb, pensate dall’astrofisico Stephen Hawking per l’esplorazione di Alpha Centauri  della missione Breakthrough Starshot.

    In effetti, secondo lo scienziato, l’accelerazione senza spinta gravitazionale fatta da Oumuamua assomiglia a quella di una vela leggera spinta dalla luce solare.

    Loeb e Baily ammettono che questa ipotesi potrebbe corrispondere alla realtà se l’oggetto in questione fosse costituito da un materiale sottilissimo, da 0,3 a 0,9 mm di spessore, con una densità di circa 0,1 grammi per centimetro quadrato.

    Sebbene estremamente sottile, dicono gli scienziati,  un oggetto simile potrebbe sopravvivere ad un viaggio su distanze galattiche e resistere a collisioni di polveri e gas, come a forze mareali e rotazionali.

    Naturalmente i ricercatori non si accontentano di questa ipotesi e hanno già in scaletta ulteriori osservazioni “per appurare se Oumuamua è uno dei tanti visitatori del Sistema Solare, un oggetto naturale creato da processi ancora sconosciuti che avvengono nel mezzo interstellare, oppure se, effettivamente,  si tratta di un oggetto artificiale.

    “Un sondaggio per scoprire oggetti artificiali come le  vele solari, come possibile  testimonianza di civiltà aliene morte, è legittimo – conclude Loeb –  indipendentemente dal fatto che Oumuamua sia o meno  uno di loro”.

    Rita Lena

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