Paolo Coccia: Fisioterapia, attenti ai non laureati

Più informazioni su

    Paolo Coccia: Fisioterapia, attenti ai non laureati – Intervista –

    Fisioterapia questa sconosciuta. Ormai una moda. Tutti ne parlano e ne fanno uso, traendone  per lo più giovamento per il proprio fisico dolorante da recuperare o, in molti casi, finendo per complicare stabilmente le proprie patologie fisiche.

    La “licenza” di manipolare  i pazienti con la più opportuna fisioterapia non è concessa indiscriminatamente a tutti, ma solo a quanti abbiano riportato una laurea triennale presso le apposite Università statali di Medicina.

    PAOLO COCCIA

    PAOLO COCCIA

    La fisioterapia, infatti, è una branca della medicina che si occupa della prevenzione, della cura e della riabilitazione dei pazienti, affetti da patologie o disfunzioni congenite o acquisite in ambito muscoloscheletrico, neurologico e viscerale.

    Le cure si realizzano attraverso molteplici interventi terapeutici, quali la terapia fisica, la terapia manuale, anche definita manipolativa, la massoterapia, la terapia posturale, la chinesiterapia ed altre.

    Essendo però utilizzata per lo più dalla gente per quasi ogni tipo di patologia, con molta disinvoltura e con poca conoscenza delle sue specificità, la fisioterapia si presta anche come ottimo settore di nicchia professionale per molti apprendisti stregoni, non laureati e, quindi, non abilitati, pronti ad improvvisarsi fisioterapisti.

    Come sempre accade in Italia, la legge non tutela con vera oculatezza i malati contro questi abusi, ma lo fa solo maldestramente, con multe irrisorie, incentivando quindi abusivismo e spesso  determinando gravi danni fisici conseguenti nei pazienti trattati poco professionalmente.

    Ci siamo rivolti proprio per questi motivi, in particolare per approfondire i problemi relativi in precedenza evidenziati e per conoscere le misure cautelative più opportune da adottare per i tanti pazienti, ad un professionista della riabilitazione, il fisioterapista-osteopata Paolo Coccia, esperto tra i più richiesti dai  chirurghi ortopedici di gran nome nel Lazio, per le sue accertate competenza, correttezza e sensibilità, per le cure riabilitative post-operatorie.

    Coccia, quali indicazioni può dare ai pazienti per difendersi dai fisioterapisti non abilitati?

    Beh, purtroppo, finché non esisterà un Albo, l’unica garanzia nonché diritto per il paziente sarà chiedere al momento della prima visita che gli venga mostrato il certificato di laurea.

    Mi rendo conto che possa apparire una pratica sgradevole, ma il sistema non ci offre alcuna alternativa.

    Ma a prescindere da questo, prima ancora consiglierei ai pazienti di valutare, a prescindere, secondo un comune buon senso, la professionalità del fisioterapista che sta per intervenire sul loro corpo e il loro spirito…

    Quali le virtù e le specificità da poter riconoscere in un buon fisioterapista?

    Credo che sia un mestiere estremamente difficile, perché per ogni paziente occorre per il fisioterapista, quasi come un computer, resettarsi completamente e ricominciare da capo.

    E credo che sia proprio questa abilità professionale di rigenerarsi, cioè l’empatia che si riesce a creare col paziente, più di una singola tecnica o di un buon ragionamento, a far la differenza nel successo personale ed in quello del trattamento stesso.

    Oggi le problematiche dei pazienti sono quanto più miste, cioè i dolori sono sempre più la manifestazione di disagio che il corpo e la mente hanno nell’affrontare situazioni di stress nell’ambito quotidiano ed il terapista deve essere pronto, ricettivo e capace d’interpretare e d’intervenire nel giusto livello di criticità…

    L’Osteopatia ancora non è riconosciuta in Italia. Cosa è, a che serve ed in cosa si differenzia dalla Fisioterapia? 

    Sì, è vero, l’Osteopatia non è ancora riconosciuta ufficialmente, ma l’iter burocratico ormai si è avviato ed è solo una questione di tempo la sua legalizzazione. L’Osteopatia, infatti, verrà a breve definitivamente riconosciuta anche in Italia, come già avviene in tutto il resto d’Europa, portando con sé diritti, ma soprattutto doveri, ovviamente sempre a beneficio dei pazienti!

    Io sono laureato in Fisioterapia e mi sono diplomato in Osteopatia.

    La differenza sostanziale tra le due discipline sta nel fatto che, la prima guarda molto nello specifico del problema fisico del paziente, con una visione più locale o strettamente strutturale, mentre la seconda, l’Osteopatia, parte dalla globalità e dall’armonia del corpo nella sua totalità, per risolvere il problema specifico.

    Io ho scelto di indirizzare in tal modo i miei studi perché ho sempre recepito i vantaggi della prima e, poi, praticandola i limiti di ogni singola disciplina, cose queste che mi spingono ad approfondire e ad integrare ogni anno le mie conoscenze con qualcosa di più specifico ed approfondito.

    Credo che il motore e lo stimolo del mio lavoro siano realmente gli insuccessi affrontati e la voglia di risolvere quelle situazioni, particolarmente complicate, ritenute ormai quasi definitivamente croniche.

    Come mai non essendo ancora riconosciuta l’Osteopatia, lei se ne fregia già professionalmente?

    Ritengo l’Osteopatia una nuova, grande possibilità per tutte le persone con problematiche di vario tipo. Aspettare che il sistema italiano la legalizzi e la recepisca normativamente, sarebbe delittuoso per tutti quei pazienti che, quotidianamente, entrano nei nostri studi e si affidano completamente alle nostre cure.

    È chiaro che come qualsiasi disciplina va applicata con buon senso e cognizione di causa, poiché non dobbiamo curare le patologie ma le persone!

    Pier Francesco Corso

     

    Più informazioni su