Piano Oms per studiare ancora gli effetti di Chernobyl

Più informazioni su

    Chernobyl

    Anche se sono trascorsi 25 anni dal disastro nucleare di Chernobyl, le agenzie delle Nazioni Unite continuano a monitorare gli effetti delle radiazioni, per tradurre le informazioni apprese dagli ultimi studi scientifici sulle conseguenze del disastro in consigli pratici per i residenti delle zone contaminate. È questo uno degli obiettivi del Piano d’azione Onu su Chernobyl, che durerà fino al 2016 e in cui è impegnata anche l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il lavoro fa parte del progetto International Chernobyl Research and Information Network (Icrin), e vede insieme l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), il programma di sviluppo dell’Onu (Undp), l’Unicef e l’Oms. In particolare l’Oms promuoverà la ricerca sulle conseguenze per la salute per gli abitanti dell’area, e lavorerà con Aiea, Unicef e Undp per informare il pubblico, ridurre i rischi di salute e promuovere lo sviluppo nelle aree contaminate di Bielorussia, Russia e Ucraina. A 25 anni dal disastro nucleare il bilancio reca ancora molte ombre e qualche miglioramento. L’Onu ha infatti verificato che l’entità dei territori comtaminati continua a ridursi, oltre metà della popolazione delle regioni contaminate è nata dopo il 1986 o è emigrata, e continua l’emigrazione di giovani dalle aree rurali alle città. Inoltre il budget nazionale a supporto per questi territori è stato consistentemente ridotto, mentre le restrizioni al consumo di cibo selvatico (come funghi, bacche e pesce) sono rimaste, laddove il contenuto di radionuclidi supera i limiti consentiti, e il monitoraggio delle radiazioni continua su cibo e spazi pubblici. Molte delle zone contaminate, esterne a quella vietata, sono ritornate all’attività economica e vi si possono realizzare infrastrutture.

    Più informazioni su