Piante medicinali si camuffano per non essere raccolte

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    Piante medicinali si camuffano per non essere raccolte –

    Per difendersi dagli uomini che le raccolgono in maniera intensiva molte piante, in particolare quelle medicinali, attuano l’antica strategia di nascondersi confondendosi nell’ambiente in cui vivono.

    Secondo ricercatori del Kunming Institute of Botany, Chinese Academy of Sciences, nei luoghi dove vengono raccolte più assiduamente, le piante si sono evolute in modo da “mescolarsi” nell’ambiente, variando il loro colore dal marrone al grigio al verde per meglio confondersi con lo sfondo e rendere più difficile alle persone di individuarle tra le altre piante.

    “Abbiamo scoperto – spiega Martin Stevens dell’Università di Exeter – che l’abitudine di raccogliere piante medicinali per fare dei farmaci ha favorito, anche nel mondo vegetale, l’evoluzione del mimetismo per pura difesa. E il camuffamento riesce meglio in quei luoghi dove la pressione della raccolta è più forte”.

    Yang Niu, primo autore dello studio pubblicato su Current Biology, ha studiato per anni insieme ai suoi colleghi, l’evoluzione delle piante alpine ed ha notato che il colore della Fritillaria delavayi (nella foto) mostrava evidenti variazioni del colore rispetto alle altre piante. Un comportamento che i ricercatori conoscevano e attribuiscono alla lunga storia di raccolta intensiva per utilizzare la pianta nella medicina cinese.

    Potrebbero essere gli uomini raccoglitori i responsabili i delle differenze di colore mostrate?, si sono chiesti i ricercatori? La risposta è si. Gli scienziati hanno scoperto che la gradazione di colore che le piante assumono si abbina allo sfondo montano locale ed è strettamente legata al tipo di raccolta a cui sono sottoposte, in certe zone, queste piante. Dove vengono tagliate in gran quantità, infatti, si camuffano e diventano invisibili agli occhi dell’uomo.

    Per verificare se, effettivamente, il colore delle piante influenza la capacità delle persone di trovarle, i ricercatori hanno realizzato una sorta di esperimento online rivolto ai cittadini: “Cerca la Fritillaria”. La gente doveva trovare la pianta nel minor tempo possibile. E, come ci si aspettava, quelle che si confondevano meglio nello sfondo, venivano trovate più difficilmente.

    Questo meccanismo difensivo si attiva anche per altre specie predatorie? Probabilmente no, dicono gli scienziati. Almeno per ora non ci sono evidenze che le piante siano cibo preferito per gli animali della zona. Le piante, inoltre, producono sostanze chimiche che scoraggiano i predatori animali, proprio le stesse che le rendono, invece, interessanti agli occhi degli uomini. Come succede per le erbe medicinali.

    Rita Lena

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