Popolazioni barbariche: Nuove scoperte sui rituali di guerra

Nello specifico sono stati rinvenuti oltre 2000 reperti

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In Danimarca gli archeologi hanno scoperto resti umani risalenti a 2000 anni fa. Lo studio di questi preziosi reperti sta sfatando dei luoghi comuni sui costumi bellici delle popolazioni barbariche vissute nell’Europa settentrionale.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. E di fatto fornisce informazioni importanti circa il modo nel quale le tribù germaniche commemoravano i loro morti in battaglia.

Nello specifico sono stati rinvenuti oltre 2000 reperti, tra ossa e frammenti di ossa umane, appartenenti a circa 80 persone. Tutte morte nello stesso evento risalente al I secolo d.C., la maggior parte di loro erano giovani maschi adulti. Probabilmente gli individui morirono in battaglia.

Questa importante scoperta fa luce sugli eserciti dell’Età del ferro. Innanzitutto aumenta significativamente la dimensione finora stimata.

Un esercito di diverse centinaia di persone supera di gran lunga la scala della popolazione dei singoli villaggi dell’Età del Ferro nella regione. E dal nuovo studio emerge che un folto gruppo armato di uomini avrebbe richiesto il giusto tipo di organizzazione e capacità di comando per reclutare combattenti da lontano.

Peter Bogucki, archeologo dell’Università di Princeton ha notato che fino ad ora si riteneva che le “bande armate” nella Scandinavia del Sud, durante l’Età del Ferro, fossero composte da circa 80 individui. Una stima basata sulle armi, sepolte per un sacrificio rituale, scoperte a Hjortspring.

“Se le conclusioni del nuovo studio sono corrette”, afferma Bogucki, “questi eserciti potrebbero essere stati molto più grandi”.

Ora però la storia diventa davvero interessante. Infatti il luogo del ritrovamento non sembra certo un campo di battaglia ideale. Ed ecco la sorpresa: molti dei resti umani mostrano segni di rosicchiamento animale.

Altre ossa sono state deliberatamente disposte con cumuli di pietre provenienti da altre zone. Addirittura, in un caso, sono stati infilati nel ramo di un albero alcuni frammenti di ossa d’anca di quattro individui diversi. Ciò lascia ritenere agli studiosi che i resti siano stati raccolti da un campo di battaglia ancora da scoprire e deposti nella palude a scopo rituale.

Secondo Bogucki la rimozione dei corpi dal campo di battaglia e la loro sepoltura nella palude potrebbe essere l’azione dei vincitori che volevano commemorare il loro trionfo.Da sottolineare che gli eserciti romani, nonostante abbiano combattuto le tribù germaniche in gran parte dell’Europa nel primo secolo d.C., non lo fecero mai più a nord della Scandinavia meridionale.

Non sono state trovato prove del coinvolgimento diretto dei romani in questa battaglia. Tanto che Bogucki concorda: “Qui si è di fronte ad uno scontro tra barbari”.”È un conflitto indigeno. Ripete e continua un modello di violenza endemica e integrata nella regione che risale alla preistoria”, aggiunge Bogucki. “I gruppi, però, sono diventati sempre più grandi e le armi sempre più letali.”

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