Vita su Marte: Perseverance, l’ultimo rover della Nasa atterra sul pianeta per studiarne caratteristiche e potenziali prospettive

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    L’esplorazione spaziale di Marte sviluppata dalla NASA nel Mars Exploration Program con l’invio di Perseverance è iniziata con un lancio di successo il 30 luglio 2020. La sonda ha percorso quasi 470 milioni di chilometri in poco più sei mesi è ora arrivata sul Pianeta rosso il 18 febbraio alle 22 (orario italiano), testimoniando il suo arrivo con la prima fotografia di Marte scattata da una delle 23 fotocamere in alta definizione presenti nella strumentazione del complesso rover.

    Perseverance

     

    Gli obiettivi principali prefissati dalla NASA sono quattro:

     

    1. Determinare se la vita sul Pianeta rosso sia mai esistita tramite studi della superficie marziana in cerca di tracce di vita microbica preservate sulle rocce che hanno formato l’ambiente marziano in epoca antica.

     

    1. Definire il clima di Marte, ricostruendone il passato delle sue condizioni climatiche.

     

    1. Descrivere la geologia marziana, il rover è progettato per studiare le formazioni rocciose con lo scopo di svelare maggiori informazioni sui processi geologici che hanno creato e modificato la superficie marziana nel corso del tempo. Perseverance è progettato per estrarre e stoccare dei campioni di roccia, i quali tramite il programma Mars Sample Return saranno portati sulla Terra per analizzarli.

     

    1. Preparazione per l’esplorazione umana: il rover sarà una dimostrazione scientifica per l’uso delle risorse naturali dell’ambiente marziano. Esso inoltre monitorerà le condizioni ambientali cosicché si possa capire meglio come proteggere gli esploratori umani, inserendosi nel progetto per le future spedizioni umane fissate per il 2030.

     

    Per perseguire questi obiettivi c’è stata una grande collaborazione con l’Europa ed anche in parte con aziende italiane. Thales Alenia Space contribuirà allo sviluppo del sistema di comunicazione dell’Ero e del sistema OIM (Orbit Insertion Module) per poter entrare correttamente nell’orbita marziana, collaborando anche con Airbus Defence and Space per l’assemblamento e le prove di volo del modulo satellite. Sul programma Mars Sample Return, per riportare sulla Terra i campioni da analizzare lavora anche Leonardo con lo studio ed ingegnerizzazione del braccio robotico del Sample fetch rover (Sfr) installato sul rover e del Sample transfer Arm (Sta) per il lander della Nasa. Per la missione ExoMars dell’Esa, l’azienda italiana Leonardo sta inoltre progettando una trivella da utilizzare per sondare fino a 2 metri il suolo del Pianeta rosso. L’importanza del ruolo italiano in queste missioni marziane è quindi chiaro.

     

    Noi di ANGI, sempre vicini a tutte le realtà innovative in ogni loro sfaccettatura, siamo felici e ci auguriamo che questa importante missione possa portare nuove prospettive sulla conoscenza di una eventuale vita marziana e sullo spazio navigabile con la promessa di sostenere ed essere ancora una volta affianco a questo settore dello Space Economy in forte crescita, come avvenuto nelle ultime due edizioni del premio ANGI dove tramite l’inserimento ad hoc della categoria “industria robotica e space economy” è stata omaggiata la lodevole eccellenza Alexsya Space, premiata per l’uso di microsatelliti nello spazio per generare spot pubblicitari.

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