A Fiumicino accolti 54 profughi siriani: emozione all’arrivo in aeroporto foto

Roma – “Rilanciamo la proposta dei corridoi umanitari: un progetto europeo di cui l’Italia puo’ essere capofila”: cosi’ Paolo Naso, Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei) e’ intervenuto durante la conferenza stampa all’aeroporto di Fiumicino, per accogliere i 54 profughi siriani arrivati attraverso i corridoi umanitari. Queste famiglie sono partite dal Libano, dove hanno trascorso un periodo nei campi profughi.
Secondo il presidente Fcei, alla luce “degli ottimi risultati ottenuti”, i corridoi umanitari andrebbero adottati come modello europeo: “Abbiamo proposto di estenderli come ponte tra Italia e Libia perche’ – ha aggiunto Naso – occorre una via legale per fare arrivare qui le persone in situazione di vulnerabilita’”.

Il piano, lanciato da Fcei, Comunita’ di Sant’Egidio, e Tavola Valdese in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri, dal 2015 ha permesso di far arrivare in tutta sicurezza 1.475 persone. A tutti, hanno sosttolienato i portavoce del progetto, e’ stata offerta assistenza legale, ospitalita’ e un sostegno nel percorso di integrazione in Italia.
“I corridoi umanitari sono un’eccellenza italiana, un’idea che anche la Francia e la Germania stanno cercando di replicare” ha detto all’agenzia ‘Dire’ Emanuela Del Re, viceministro agli Affari esteri. “L’idea e’ quella di portare in Italia solo persone che provengono da gruppi vulnerabili permettendo loro di viaggiare in sicurezza, e con un percorso di accoglienza prestabilito”.

A spiegare il metodo di selezione nel paese di origine ci pensa Francesco Piobbichi, operatore di Mediterranean Hope, il progetto della Fcei per i migranti profughi e rifugiati: “Ci vengono indicati i casi di persone vulnerabili, quindi registriamo le domande e facciamo quattro colloqui con le persone, raggiungendoli a casa o nei campi profughi, al fine di conoscerli meglio”.

Emozionante l’arrivo delle famiglie siriane all’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci: molte di loro erano attese dai propri cari, gia’ arrivati precedentemente in Italia. Ora i 54 siriani saranno assistiti da associazioni, parrocchie e comunita’ in diverse regioni italiane per essere inseriti in un percorso di integrazione. Tale piano, hanno spiegato gli operatori, prevede l’apprendimento della lingua italiana, l’inserimento scolastico per bambini e giovani e l’avvio al mondo del lavoro per gli adulti.