Aeroporto di Fiumicino, sequestrati 23 kg di cocaina. Arrestati 7 corrieri della droga

Più informazioni su

    Le fiamme gialle del Gruppo di Fiumicino, con la preziosa collaborazione del personale dell’Agenzia delle Dogane, hanno intercettato nell’ultima settimana sette corrieri, tra cui quattro ragazze, che erano giunti nell’hub capitolino con ventitrè chilogrammi di cocaina e quasi uno di shaboo, destinati a soddisfare il mercato della Capitale. Muniti di visto turistico e confusi tra la folla dei turisti in arrivo, i trafficanti avevano affrontato i controlli doganali con apparente serenità, confidando nel fatto che i metodi di occultamento adoperati avrebbero facilmente ingannato i militari. La cocaina, infatti, era stata nascosta all’interno di doppifondi ricavati nelle valigie, in alcune barre metalliche perfettamente saldate all’intelaiatura di un trolley ovvero, grazie ad un complesso e delicato procedimento di liquefazione, impregnata nei capi di abbigliamento trasportati. Venti tavolette dello stesso stupefacente sono, poi, state rinvenute, alla vigilia della Befana, cucite in un’elegantissima calza di colore nero, impreziosita da merletti e paillettes. Lo shaboo era, invece, stato occultato, da un giovane e disinvolto filippino, nelle stecche estraibili di una valigia. Questa sostanza stupefacente, ottenuta sinteticamente, ha effetti maggiori rispetto alla cocaina ed all’eroina e, per il suo elevato principio attivo, è una delle droghe più costose in circolazione, arrivando a costare tra i 450 ed i 500 euro al grammo. L’arrivo in forze di corrieri è la riprova dell’attrattività, per i narcotrafficanti, della piazza capitolina, ritenuta in grado di assorbire rilevanti partite di droga con guadagni da capogiro per le organizzazioni criminali. Peraltro, la redditività dell’affare sarebbe stata esaltata dal grado di purezza della cocaina che si tentava di introdurre in Italia che avrebbe permesso, una volta tagliata, di ricavare quantitativi naturalmente superiori per lo spaccio. I sette corrieri arrestati sono stati associati alle carceri di Roma e Civitavecchia e dovranno rispondere di traffico internazionale di stupefacenti.

    Più informazioni su