Asl Viterbo: 20 milioni di euro sequestrati al gruppo Ro.Ri Srl

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    Contanti depositati in vari conti correnti e crediti vantati verso la Regione Lazio e altri enti pubblici, per un ammontare complessivo di oltre 20 milioni di euro, sono stati sequestrati al gruppo Ro.Ri Srl di Roberto e Fabio Angelucci, padre e figlio, titolari della casa di cura Nuova Santa Teresa di Viterbo e del centro riabilitativo assistenziale di Nepi. Il sequestro cautelare è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari Salvatore Fanti su richiesta dei pubblici ministeri Fabrizio Tucci e Stefano D’Arma, titolari della maxi inchiesta sulla Asl di Viterbo, che vede indagati, oltre agli Angelucci altre 18 persone fisiche e 5 società, tra cui la stessa Ro.Ri. Ad avviso dei pubblici ministeri che hanno coordinato le indagine iniziata oltre 3 anni fa, gli Angelucci sarebbero responsabili, insieme con Francesco Pesce Delfino, direttore della casa di cura di Nepi, di truffa aggravata ai danni della Asl di Viterbo e della Regione Lazio. «Mediante artifizi e raggiri – è scritto nel provvedimento – gli Angelucci si sono procurati un ingiusto profitto per un importo non inferiore a 7.210.000 euro (il 70% della somma complessiva dei rimborsi ottenuti per gli anni 2008 – 2009 dalla Asl di Viterbo, pari a 10.300.000 euro)». In precedenza, si legge nell’ avviso di chiusura delle indagini, gli Angelucci, sempre in concorso con Pesce Delfino, avrebbero richiesto e ottenuto dalla Asl di Viterbo rimborsi gonfiati per 21.960.000 euro «relativi a prestazioni di riabilitazione intensiva ed estensiva effettuati nella casa di cura di Nepi per un importo di 5.585.000 euro nel 2006; 5.707.000 nel 2007; 5.970.000 nel 2008 e 4.434.000 nel 2009». In totale, secondo i pi, la truffa ai danni della Asl ammonta a 29.170.000. Da qui il sequestro cautelativo da oltre 20milioni di euro. Soldi che, qualora le accuse venissero confermate da una sentenza definitiva, andrebbero a rimborsale la Asl dalla truffa multimilionaria. I pubblici ministeri avevano chiesto anche il sequestro cautelativo di una parte della clinica Nuova Santa Teresa in cui sono stati allestiti il centro diabetologico e il centro di fisiochinesiterapia, «attivati in assenza della prescritta autorizzazione regionale», ma il gip non ha accolto la richiesta. La procura della Repubblica ha presentato ricorso al tribunale del riesame che lo esaminerà in prossimo 6 marzo.

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