Delitto via Poma, Mario Vanacore: “Mio padre non c’entrava niente. La sorella di Simonetta ha una visione distorta di come si svolsero i fatti”

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    «Nella fiction che si sta girando, temo che si dia peso solo al punto di vista di Paola Cesaroni che per motivi che ignoro ha sempre avuto dell’astio nei confronti della mia famiglia. Ho paura che l’immagine di mio padre ne esca male». Lo afferma Mario Vanacore, figlio di Petrino all’epoca dei fatti portiere dello stabile dove venne uccisa Simonetta Cesaroni, in un’intervista al quotidiano ‘La Stampa’. «Intorno alle 23 arrivarono in via Poma – ricorda Mario Vanacore – Paola, Stefano volponi datore di lavoro di Simonetta con il figlio e il fidanzato di Paola per cercare Simonetta. E qui devo correggere quanto dice la sorella di Simonetta che ha una visione distorta di come si svolsero i fatti ma io c’ero e ci tengo alla memoria di mio padre. Ero in casa con la mia matrigna Giuseppa guardando le foto della mia bambina che non vedeva da tempo». «Mio padre – racconta ancora Mario vanacore – era a dormire dal vecchio architetto Valle come ogni notte. La mia matrigna era titubante, aveva paura di aprire un appartamento del palazzo a degli sconosciuti ma quando Volponi padre si fece riconoscere, perchè lì era già stato, lei mi disse ‘allora ci fidiamo?’ Prese le chiavi e salimmo».

    «Giuseppa aprì la porta chiusa con 4 mandate – continua il racconto – L’ufficio era al buio e Volponi fu il primo ad entrare, guardò nella prima camera e poi ritornò verso di noi dicendo ‘è tutto a postò. Fu proprio la mia matrigna a invitarlo a guardare nelle altre stanze dell’ufficio. Tornò sconvolto ‘è lì, bastardo, bastardo’ disse. Siamo andati verso la stanza, dove Simonetta era aterra, ma entrò solo il fidanzato di Paola che si chiuse dentro. Disse per non far vedere quel corpo straziato alla sorella». «Mio padre non c’entrava niente – ribadisce Mario vanacore – ed è stato portato alla morte incolpevole. Non credo che l’agendina l’abbiano trovata in quell’ufficio ma altro non voglio dire. Le indagini sono state portate avanti malissimo, certe cose sono andate nel posto sbagliato».

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