In un appartamento del centro storico di Roma scoperto un affresco di Andrea Sacchi

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    Scoperto a Roma, in un appartamento del centro storico, un affresco di Andrea Sacchi, pittore le cui composizioni religiose sono considerate tra le più nobili del Seicento romano.Una gemma tornata alla luce arricchisce il tesoro artistico italiano. Scoperto a Roma, in un appartamento del centro storico, un affresco di Andrea Sacchi, pittore le cui composizioni religiose sono considerate tra le più nobili del Seicento romano. Le sue opere possono essere ammirate all’interno di Palazzo Barberini a Roma, al Museo Del Prado di Madrid, alla Galleria Nazionale di Londra e in quella di Washington. L’affresco rinvenuto si trova nella loggia del cardinal Del Monte, l’alto prelato considerato un vero e proprio ‘talent scout’ di artisti di primo piano dell’epoca, tra cui il grande Caravaggio. Il dipinto, dal titolo ‘Le stagioni che prendono la virtù dal Solè, è venuto alla luce nel corso di un lavoro di pulitura di alcuni affreschi all’interno di un appartamento a Passeggiata di Ripetta. A scoprirlo – e a rivelarlo in esclusiva all’Adnkronos – sono state tre restauratrici: Triana Ariè, Laura Principato e Arianna Ariè. L’affresco, un’opera di 35 mq, si pensava fosse andato perso o distrutto. La conferma che si trattava proprio della loggia del cardinale Francesco Maria Bourbon Del Monte Santa Maria è arrivata grazie al ritrovamento dell’acronimo ‘ASR’ e della data ‘1620’ incisi nella parte bassa di uno degli affreschi. La Soprintendenza dei Beni Culturali di Roma nella sua relazione storica-artistica parla di «un ritrovamento tanto fortunato quanto imprevisto, poichè questo ciclo di affreschi di primo Seicento è stato sin qui considerato perduto da tutta la storiografia relativa al pittore Andrea Sacchi». Per gli esperti dei Beni Culturali, l’affresco «riveste senza alcun dubbio il massimo interesse ai fini della conoscenza dell’arte di Andrea Sacchi». E ne certifica «l’interesse storico-artistico particolarmente importante» ai sensi del decreto legislativo 42 del 2004, relativo al Codice dei beni culturali e del paesaggio. L’affresco di Andrea Sacchi rappresenta scene mitologiche probabilmente ispirate dalla passione per l’alchimia del cardinal Del Monte. Il ciclo di affreschi comprende tre lunette: Venere e Marte; Proserpina e Naiade; Vulcano e Apollo. Nel dipinto sono inoltre raffigurate le quattro stagioni, rappresentate da Bacco (autunno); agricoltore (inverno); donna con specchio (primavera); Venere (estate). La scoperta è il frutto di una buona intuizione ma anche di un lungo e certosino lavoro svolto dalle tre restauratrici. Un premio alla loro tenacia. «Dai sondaggi effettuati -raccontano le restauratrici- notavamo che gli affreschi erano stati pesantemente ritoccati, ma mai ci saremmo attese di trovare un gioviale volto di Bacco sotto quello di Santa Chiara. Un Bacco che per giunta indossa solo una pelle di leopardo, anche questa in forte contrasto con il lungo saio che drappeggiava la figura di Santa Chiara». Due i momenti nel corso dei lavori che hanno segnato una svolta, anche emotiva. «La prima vera emozione -sottolineano- c’è stata quando gli occhi chiusi di Santa Chiara si sono a poco a poco aperti, trasformandosi negli occhi ammiccanti di Bacco. L’altro grande momento è stato il ritrovamento dell’acronimo che firmava gli affreschi: ‘ASR’, che successivamente, dopo varie ricerche è stato riconosciuto come la firma di Andrea Sacchi ‘Romanò. La vita del restauratore -concludono le tre ragazze- è fatta di molti disagi affrontati per amore dell’arte. È stata una grande emozione scoprire un bene così prezioso e restituire al mondo un’opera meravigliosa».

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