La Repubblica: Prostitute e trans nelle Capitale. Ecco la mappa della vergogna

Più informazioni su

    Sono tornate. Più di prima. Ora si prendono anche il centro, oltre alle arterie periferiche. A nulla sono valsi i tentativi di arginare il fenomeno. A nulla sono serviti i proclami del sindaco che aveva promesso di rendere Roma più sicura e di spazzare via questo indecoroso spettacolo notturno.

    Ieri sera abbiamo fatto un giro nella notte romana per aggiornare la mappa della prostituzione. Questo è il risultato. A Caracalla, intorno alle 23, le prostitute sono 21. Le macchine ferme in coda guardano, scelgono e contrattano con loro. Sopra le Terme, in viale Baccelli, se ne contano 7. Una, sdraiata sul cofano di una macchina come un felino, si mette in mostra per offrire coccole a caro prezzo.

    Ore 23.25, dopo gli archi di Porta Ardeatina, si finisce sulla Cristoforo Colombo. E qui i numeri crescono. Lungo tutta la via si contano 42 lucciole, di nazionalità diverse; tutte molto giovani, forse troppo per stare sulla strada. Sono appostate ai distributori di benzina, sedute a coppie sulle panchine delle fermate dei bus, nei parcheggi, sui muretti di cemento a gambe accavallate, o sbracate sulle macchine.

    Svoltando per viale Marconi, alle 23.45, la situazione non cambia. Ce ne sono 34, una per ogni gusto. Dalle burrose alle semi anoressiche, con pose da fotomodelle. Pronte

    ad ogni richiesta. Tra un cliente e l’altro, sorseggiano coca cola, si controllano le unghie, chiacchierano con le colleghe; sembrano vicine di casa all’ora del tè. Altezza di via Valco di San Paolo. Due famiglie con bambini sistemano borse e passeggini nei portabagagli. Pochi metri più in là, una prostituta raggiunge la sua postazione e, incurante del quadretto familiare, si cambia d’abito. Indossa la “divisa da lavoro”.

    Un quarto dopo mezzanotte, Termini. Appostati agli angoli delle vie, almeno una dozzina tra prostitute e trans, provocano i passanti nelle auto. Ma la situazione peggiora spostandosi verso la periferia. Via Palmiro Togliatti. Ore 1.15. Qui la maggiore concentrazione di sesso in vendita. Si contano almeno 46 lucciole. Romene, albanesi, africane e sudamericane: le provenienze sono infinite. Ma non sono solo donne. Nella zona dell’ex mattatoio, anche i trans del piazzale Pino Pascali. Sono tantissimi, almeno 27. E’ un via vai di auto di grossa cilindrata. I trans esibiscono lustrini e miniabiti sfarzosi. Su via Collatina, all’1.45, le strade popolate lasciano il posto al nulla delle sterpaglie. Anche qui la scena è identica.

    Due e dieci, via Tiburtina. Una prostituta accovacciata recupera il suo cellulare sistemato tra la colonnina di cemento e l’inizio di un cartellone pubblicitario. In tante usano gli arredi urbani come portaoggetti; comodi nascondigli dove conservare le cose. Da Settecamini a Ponte Mammolo, si incontrano i “paninari”. Sembrano i nuovi punti di ritrovo delle prostitute. Sedici su questa via. Una ride sguaiatamente con le sue colleghe davanti al furgoncino ma, al flash di una macchina fotografica, alza il dito medio.

    Altra strada. Sulla Salaria, verso Settebagni, alle 2.30, se ne contano 15. Poco distante dall’imbocco del raccordo, un ragazzino tra i 16 e i 18, su uno scooter, si ferma: “Bella, quanto voi?”. Intanto, una rumena ritorna sulla via. Sbuca dal canneto di fronte Sky mentre si sistema quel pezzo di stoffa che vuole essere la sua gonna. Altezza aeroporto dell’Urbe, una piazzola ne accoglie 8. Più avanti altre 5.
    Ultima tappa: via dei Prati Fiscali, ore 3. Si aggregano sotto le pensiline le dozzine di prostitute dell’est su ogni lato della strada. Strette nei top, sfoggiano una magrezza scheletrica. Determinate nell’esercizio della loro attività, attendono con aria spavalda che qualcuno le carichi. Sono le stesse che, sere fa, hanno denunciato i residenti che avevano intenzione di ostacolarle.

    Finisce qui la notte a luci rosse tre le vie della capitale. Mesi fa Alemanno aveva annunciato una sorta di pulizia etnica e per settimane pattuglie di vigili, agenti e carabinieri avevano perlustrato i luoghi più a rischio. Adesso è come se tutto si fosse risolto in una bolla di sapone. Le prostitute sono tornate a invadere centro e periferia. E le promesse del Campidoglio sono svanite insieme alle illusioni di rendere più vivibile la notte romana.

    (repubblica.it di VALERIA DI LEVA e CHIARA PISELLI)

    Più informazioni su