Latina, feroce assolto in villa. Il racconto: “Come in ‘Arancia meccanica’”
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Una notte di terrore che la famiglia Lovato difficilmente riuscirà a cancellare dalla propria mente. Una feroce banda di rapinatori stranieri ha assaltato la loro splendida villa di via Macchia Grande, a due passi da Borgo Santa Maria, tenendo in ostaggio il padre Renato titolare della «Cdf Centro Distribuzione Freschi», un’azienda che si occupa di distribuzione nel settore alimentare la moglie, i due figli Veronica e Luca e la sorella della moglie. Oltre due ore in balìa dei malviventi, sei e tutti armati di pistola. SiU curamente un gruppo di professionisti che aveva preparato il colpo con largo anticipo e nei minimi dettagli. Il blitz è scattato poco dopo l’una di notte, quando la figlia dell’imprenditore è rientrata a casa. In quel momento è stata assalita e bloccata da alcuni sconosciuti con il volto coperto da passamontagna, i guanti e armati di pistola. Con la ragazza al seguito, i rapinatori sono riusciti ad introdursi nell’abitazione e lì è iniziato un vero e proprio incubo per i Lovato. Sono stati tutti immobilizzati, con mani e piedi legati conle cinte dei pantaloni, quindi è scattata la caccia ai soldi e ai gioielli presenti in casa. I sei banditi hanno usato metodi davvero brutali, Renato e il figlio sono stati barbaramente picchiati e i rapinatori non hanno esitato nemmeno ad esplodere alcuni colpi di pistola. Sono stati quattro i proiettili sparati in una camera da letto dove avevano riunito gli ostaggi: due sono stati esplosi sul materasso con le vittime sdraiate sopra, come a volerle terrorizzare; altri due invece sono stati indirizzati sui muri della stanza. Una violenza che a Latina ha davvero pochi precedenti e che è andata avanti fino alle tre del mattino. I malviventi hanno preso tutti i gioielli, diversi costosissimi orologi e vari oggetti di valore. La loro rabbia, poi, è esplosa quando si sono accorti che in casa c’era poco denaro contante. Renato Lovato e il figlio sono stati nuovamente pestati, nonostante fosse stata assecondata ogni richiesta. Il figlio dell’imprenditore è stato anche costretto ad inginocchiarsi davanti alla cassaforte e ad aprirla con una pistola puntata alla nuca. L’incubo è finito sono verso le tre e mezzo, quando la banda ha deciso di allontanarsi con un bottino il cui valore supera sicuramente i 120mila euro. Ma non è escluso che la cifra possa essere molto più alta. A quel punto le vittime sono riuscite a liberarsi e a mettersi in contatto con la centrale operativa del 113. In via Macchia Grande sono accorsi gli agenti della Squadra volante, la Squadra mobile e una pattuglia dei carabinieri. In un secondo momento sono intervenuti anche gli specialisti della polizia scientifica per i rilievi di rito. Nel frattempo le vittime sono state accompagnate in ospedale per le cure del caso. Ad avere la peggio sono stati Renato e il figlio, entrambi medicati al Goretti e dimessi poco dopo con una trentina di giorni di prognosi. Ma la cosa che fa più male, come hanno detto loro stessi, è l’inquietante sensazione di essere stati in balìa di sei feroci criminali pronti, probabilmente, anche ad uccidere pur di raggiungere il loro scopo.
«Erano delle belve, ognuno aveva una pistola e menavano tutti. Hai presente le rapine in villa che accadono nel NordEst? Ecco, qui è successa la stessa cosa, sembrava “Arancia Meccanica“». Negli occhi di Renato Lovato e del figlio c’è ancora il terrore per il feroce assalto subìto qualche ora prima. «Ci hanno legato e picchiato tutto il tempo racconta l’imprenditore a me hanno rotto tre costole. Poi hanno sparato sul materasso e contro il muro, è stato terribile». «Volevano i soldi continua Renato e quando ho detto loro che in casa non ne avevo, si sono arrabbiati ancora di più. Mi dicevano “Bastardo, dacci i soldi! Con una villa così i E « soldi li devi avere per forza!“». Parlavano un buon italiano, ma l’accento era palesemente straniero. Tra di loro, poi, si esprimevano nella loro lingua: «Penso che provenissero dal Est europeo», aggiunge il figlio dell’imprenditore. «Non avevamo mai subìto una rapina in casa prima di stanotte osserva ancora il figlio di Renato Furti sì, ma una cosa del genere davvero non ci era mai capitata». Due mesi fa, ad esempio, qualcuno era riuscito ad introdursi nella loro sontuosa villa, ma la cassaforte era stata solo danneggiata. Forse i ladri erano stati disturbati e il colpo era sfumato.
(Latina oggi)