‘NDRANGHETA | Tangente del 3% sui lavori in Calabria, 29 arresti

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    Estorsioni ad alto livello e infiltrazione nell’aggiudicazione di appalti, anche per la messa in sicurezza di una scuola e la costruzione di una diga. Per associazione mafiosa transnazionale sono stati arrestati oggi alcuni esponenti di due delle ‘ndrine calabresi più pericolose, ‘Commisso’ di Siderno e ‘Aquino’ di Marina di Gioiosa Ionica. Gli uomini dello Sco e della squadra mobile di Reggio Calabria, guidati da Andrea Grassi e Gennaro Semeraro, hanno rilevato importanti infiltrazioni della ‘Ndrangheta nell’economia legale.

     Le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Reggio, su richiesta della Dda, riguardano personaggi di spicco delle principali cosche jonico-reggine.  L’inchiesta è il proseguimento di un’altra operazione contro la ‘Ndrangheta che nel 2010 portò in carcere 300 persone tra Calabria e Lombardia.

     Le ditte che si aggiudicavano appalti nella fascia ionica reggina tra Siderno e Marina di Gioiosa Ionica erano costrette a pagare una tangente del 3% sul valore dei lavori alla ‘ndrangheta. E’ quanto emerso dall’inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e condotta dallo Sco di Roma e dalla squadra mobile reggina, che ha portato all’arresto di 29 tra presunti boss e gregari delle cosche Commisso di Siderno ed Aquino di Marina di Gioiosa Ionica.

    L’operazione ha colpito anche alcune cosche minori collegate alle due principali e operanti ad Antonimina e Natile di Careri. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa ed estorsione. Tra gli appalti sui quali le ‘ndrine imponevano il pizzo, anche quelli relativi alla messa in sicurezza di una scuola e alla costruzione di una diga. La tangente calava un po’ di valore se le imprese che si aggiudicavano i lavori erano considerate “amiche” dagli uomini della ‘ndrangheta.

    C’è anche un politico tra gli arrestati nell’operazione condotta dallo Sco e dalla squadra mobile reggina contro le cosche Commisso e Aquino. Si tratta dell’ex presidente del Consiglio comunale di Siderno Antonio Macrì, del Pdl. E’ accusato di associazione mafiosa. Secondo gli investigatori avrebbe chiesto sostegno elettorale alla cosca Commisso sia per l’elezione al Comune sia per le regionali del 2010 alle quali però, poi non si presentò. Il comune di Siderno è stato sciolto per infiltrazioni mafiose nel marzo 2013.

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