Non può essere ritenuta conseguenza diretta dell’azione di Burtone la morte di Maricica

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    Secondo una perizia di parte non può essere ritenuta conseguenza diretta dell’azione di Alessio Burtone la morte di Maricica Hahaianu. Nel documento reso noto dal difensore di Burtone l’avvocato Fabrizio Gallo, il professor Alfredo Fontana Romero e il medico legale Gianluca Albertacci sostengono tra l’altro che a provocare il decesso della Maricica furono le inadeguate cure ricevute da parte dei medici del Policlinico Casilino dove fu ricoverata dopo i fatti accaduti l’8 ottobre scorso. Sulla base delle conclusioni alle quali è giunta la consulenza tecnica l’avvocato Gallo ha chiesto la scarcerazione di Burtone, il quale può essere ritenuto responsabile di lesioni e non di omicidio preterintezionale. Un’accusa quest’ultima per la quale è detenuto in isolamento fin dal momento dell’accaduto. Al pm il difensore chiede anche di avviare accertamenti sul comportamento dei medici che hanno avuto in cura la donna. Le conclusioni alle quali sono giunti i due consulenti di parte sono derivate dalla disamina della cartella clinica che contiene la relazione sulle iniziative adottate dai medici del Policlinico Casilino fin dal momento del ricovero. Nella consulenza si ricorda che il trauma seguito al pugno sferrato da Burtone alla Hahaianu ha riguardato la regione occipitale con ematoma sottodurale acuto. Ematoma eliminato con intervento di craniotomia. Fino all’11 ottobre la paziente è rimasta sostanzialmente stabile tanto che la sedazione era sospesa. Alle 2.45 del 12 la paziente si estubava accidentalmente. «Da allora -è scritto nella perizia- era lasciata in respiro spontaneo e non vi sono annotazioni precise circa le condizioni neurologiche. Sta di fatto che dalla mattina del 13 ottobre vi è un abbassamento della pressione parziale di ossigeno ed alla visita neurologica delle 10.52 vi sono chiari elementi clinici di come si stesse instaurando il progressivo impegno cerebrale da edema che ha portato, alle 22, ad un primo arresto respiratorio. Soltanto allora la paziente veniva reintubata ma ormai vi era una compromissione edemigena tale da esitare un incuneamento delle tonsille cerebellari a livello del forame magno con conseguente danno al tronco encefalico fino al decesso della paziente». Concludendo secondo i medici «sono accaduti una serie di eventi indipendenti dal trauma primitivo che sono sufficienti a spiegare il determinismo della morte. Pertanto il decesso della signora Hahaianu non può essere ritenuto conseguenza diretta dell’azione di Burtone».

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