Omicidi in Prati – Lia, tanti soldi per mantenere il figlio in Cina foto

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    Esclusivo! Omicidi in Prati – Lia, tanti soldi per mantenere il figlio in Cina – A gennaio doveva tornare in patria – Non era la tenutaria – Ipotesi lotta tra racket –

    Si chiamava Lia (nelle foto), ovviamente con il nome cinese tradotto in italiano. Ci riferiamo alla giovane ragazza cinese, uccisa violentemente in Prati, a Roma, insieme ad una sua più giovane collega, anch’essa cinese.

    L’avevamo conosciuta tempo addietro (vedi foto, esclusiva del nostro quotidiano), nel corso di un’inchiesta del giornale (ultimo nostro articolo dal titolo “Quindici miliardi all’erario, se si tassasse la prostituzione”), in più puntate e ripresa con aggiornamenti molte volte sempre sullo stesso quotidiano, sul racket della prostituzione cinese in Italia.

    Diffidente, preoccupata, omertosa all’avvio, piano piano, poi, iniziò a lasciarsi andare raccontando, sempre con molta cautela, gli sviluppi dell’attività illegale svolta, illecita certo ma, al tempo stesso, singolarmente consentita, come troppo spesso accade, in Italia.

    Avevamo avuto occasione di sentirla ultimamente, proprio agli inizi dello scorso mese di ottobre, allorché dopo averci delucidato dei quesiti che le avevamo posto per riprendere l’inchiesta interrotta, ci aveva comunicato, con tanta allegria e gioia, dopo dieci anni di duro lavoro nello specifico settore, passati tutti in Italia, il suo prossimo temporaneo ritorno in Cina.
    Previsto nei primi giorni di gennaio del prossimo anno, per poter rivedere il suo giovane figlio dal nome Liman e la sorella dal nome italianizzato Yang Pi, con l’intenzione di fare ritorno a Roma, dopo tre-quattro mesi, in virtù del solito permesso di soggiorno, pagato ed ottenuto, come sempre nella nostra penisola, per via traversa.

    Informazioni errate quelle lette, sempre in riferimento a lei, fornite dai diversi media sul fatto che fosse lei la tenutaria della casa d’appuntamento.
    Era solo, invece, come ci è stato facile accertare da tempo, un’altra semplice lavoratrice, delle due persone in offerta negli annunci per la casa d’appuntamenti. Con lo specifico, peculiare compito, però, facendosi passare per la tenutaria, di cautelare il vero vertice dell’appartamento e del business illegale relativo. Una donna chiamata Maria, quest’ultima, reale e unico vero collegamento per l’incasso ed il trasferimento del danaro al racket malavitoso cinese.

    Un racket evidentemente funzionale nell’incassare elevati importi di danaro, ma certamente, alla luce dei fatti, poco previdente nel cautelare in maniera adeguata il proprio personale al lavoro, peraltro così faticosamente introdotto illegalmente in Italia, difendendolo da soggetti criminali e da persone drogate fuori di mente.

    Una parte dei danari fatti incassare in dieci anni al racket cinese gestore della casa, ammontare che lei calcolava per difetto in una ventina di milioni di euro, ovviamente e in misura particolarmente ridotta, era rimasto anche a lei, però sufficiente per aiutare in via prioritaria il figlio a crescere ed anche a consentire alla sorella, impegnata a crescere il bimbo, a vivere insieme in maniera più agiata.

    Danaro rimastole che, a quanto ci venne con soddisfazione riferito, le era bastato addirittura, anche, per riuscire a comprarsi una casa ed ad assicurare a tutti loro una vita ed un futuro più sereni .

    Ma veniamo all’orrendo delitto delle due ragazze trovate nella stessa casa.
    Un raptus di follia criminale quella del personaggio individuato e già agli arresti i Questura, autista di un noto boss della malavita romana? Sembrerebbe di sì.

    Ma resterebbe accreditata anche un’altra ipotesi, questa però centrata su un regolamento di conti, sempre in materia di prostituzione, tra il racket malavitoso cinese e quello romano. Quest’ultimo racket mandante dei delitti, peraltro, sempre meno tollerante del più ampio inserimento nei propri affari criminosi della Capitale della gente di Pechino.

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    Riposa in pace, poco fortunata, cortese fanciulla dagli occhi a mandorla, insieme alla tua disgraziata compagna! (Pificico)

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