Riducono uomo in fin di vita per vendetta: arrestati dai Carabinieri

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Roma – I Carabinieri della Stazione di Mentana e la Sezione Operativa della Compagnia di Monterotondo, al termine di una complessa attivita’ di indagine, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di tre uomini italiani, di eta’ compresa tra i 23 e i 37 anni, ritenuti responsabili di sequestro di persona a scopo di estorsione, lesioni personali aggravate e rapina nei confronti di un 41enne di Fonte Nuova.

L’indagine, condotta dai Carabinieri della Stazione di Mentana e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha ricostruito i fatti avvenuti nel 2018, quando il 41enne aveva promesso, mediante pagamento di 4.500 euro ai tre indagati, di procurare loro illecitamente delle patenti di guida contraffatte.

La situazione e’ precipita nei primi giorni di settembre dello stesso anno, quando i tre, accortisi che le patenti erano grossolanamente false, hanno dato sfogo alla loro vendetta, dapprima malmenando il truffatore in strada davanti a numerose persone e poi costringendolo a salire in auto, per condurlo a casa di uno di loro, all’interno della quale, dopo avergli sottratto l’autovettura e il cellulare, i 3 aguzzini lo hanno aggredito brutalmente, a pugni e calci per tutta la sera del 4 settembre, minacciandolo di morte anche mediante una pistola.

Solo quando il malcapitato era ridotto in gravi condizioni e con difficolta’ a respirare, i sequestratori l’hanno lasciato libero, con la rassicurazione sulla restituzione di quanto da loro anticipato, piu’ la somma di 20.000 euro come risarcimento “morale”.

Il 41enne, finalmente libero, e’ riuscito poi a raggiungere il Policlinico Umberto I, dove gli sono state riscontrate diverse lesioni gravi, tra cui la frattura di alcune costole, ed e’ stato refertato con prognosi superiore ai 40 giorni. Grazie a indagini tecniche, analisi di tabulati, sommarie informazioni e individuazioni fotografiche, e’ stata ricostruita dai Carabinieri l’esatta dinamica degli eventi e dimostrate le responsabilita’ degli indagati, nonostante le difficolta’ incontrate dall’iniziale mancata collaborazione della vittima, ancora terrorizzata e dalla diffusa omerta’ di chi aveva assistito al pestaggio in strada.

Il Giudice per le indagini preliminari, nell’ordinanza di custodia cautelare, ha sottolineato la brutalita’ delle azioni poste in essere dai sequestratori e la loro volonta’ di dare una lezione “esemplare” alla vittima anche alla presenza dei concittadini. Le misure applicate, infine, sono la custodia cautelare presso il carcere di Rebibbia per i due soggetti con precedenti penali, e la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per il soggetto incensurato.

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