Roma: proteste per modalità sgombero stabile di Via Tiburtina 781

Più informazioni su

    Associazione 21 luglio: condanna per sgombero di via tiburtina 781

    Roma –  Questa mattina all’alba sono iniziate le operazioni di sgombero forzato

    Sgombero forzato

    Sgombero forzato

    di 250 persone di origine rom. Tra queste circa 130 minori, donne incinte e anziani, che occupavano lo stabile di via Tiburtina 781 a Roma. Si tratta di un capannone industriale di proprietà della Società Romana Tiburtina Immobiliare S.p.A.

    Le forze dell’ordine (Polizia Municipale, Carabinieri e Polizia di Stato) si sono presentate in tenuta antisommossa. Hanno iniziato le operazioni di sgombero in evidente violazione degli obblighi internazionali. E senza rispettare le garanzie procedurali in materia di sgomberi previste dal Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite. Garanzie procedurali in parte fatte proprie dal Decreto Minniti (legge 48/2017).

    Nessuna notifica ne soluzione abitativa

    L’operazione non e’ stata infatti preceduta da alcuna notifica scritta alle famiglie. E soprattutto non e’ stata fornita alcuna soluzione abitativa alternativa.
    E’ quanto si apprende da un comunicato dell’Associazione 21 luglio.

    I residenti, di origine rumena, abitavano nello stabile da circa un anno. Provenivano da ripetuti sgomberi di insediamenti informali. Nel 2017 sono state 33 le operazioni di sgombero forzato a Roma. Hanno coinvolto 557 persone, tutte appartenenti alla comunità rom.

    Gli sgomberi aggravano situazione

    Come denuncia da sempre Associazione 21 luglio, gli sgomberi forzati non fanno che aggravare le condizioni di vulnerabilità delle persone coinvolte. E inoltre interrompono irrimediabilmente il percorso scolastico dei minori coinvolti.

    Numerosi infatti le bambine e i bambini sgomberati oggi che frequentavano le scuole del quartiere (Istituto Comprensivo di Via Cortina e Istituto Comprensivo Palombini).

    Difficilmente questi bambini riusciranno a riprendere gli studi con regolarità. Si tratta del primo sgombero forzato dopo quello di Piazza Indipendenza e dopo la circolare del Ministero dell’Interno, la n. 11001/123/11(1). In tale circolare si ribadisce la necessita’ di tutelare i nuclei familiari più vulnerabili e in condizioni di grave disagio economico.

    Stasolla: amarezza per il silenzio

    “Dopo il giusto clamore suscitato lo scorso agosto dallo sgombero di Piazza Indipendenza si prova amarezza nel constatare il silenzio che ha accompagnato lo sgombero odierno. Quella di oggi e’ una gravissima violazione dei diritti fondamentali. E provoca un’ennesima ferita nella città. In una città incapace di ascoltare e di dare risposte a fasce di popolazione doppiamente discriminate. Perché povere, perché di etnia rom”. Queste le dichiarazioni di Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio.

    Più informazioni su