Roma: tre mesi dopo sgombero gente in strada e bimbi non a scuola

Roma- Sono passati quasi tre mesi da quando piu’ di 250 persone furono sgomberate dal Camping River nella periferia nord di Roma. Un’azione emblematica, quella messa in atto dall’amministrazione capitolina, per dare il via al cosiddetto Piano Rom che prevede, almeno sulla carta, il superamento dei campi tramite programmi di inclusione lavorativa e abitativa.

Quali, a distanza circa 10 settimane, i risultati di questa operazione? Prima un passo indietro. Nei giorni immediatamente successivi allo sgombero, la quasi totalita’ dei nuclei familiari si riversarono in strada, ad eccezione di quei pochi che scelsero il rimpatrio assistito o accettarono le sistemazioni provvisorie nei centri accoglienza tra cui quello di via Ramazzini.

Centinaia di persone si accamparono tra la piazza di Prima Porta, sotto il viadotto nei pressi della stazione La Celsa a Labaro o a via Delle Galline Bianche. Qui alcuni ex residenti del Camping furono anche oggetto di un lancio di bombe carta, per fortuna senza conseguenze.