Tornato a Lucca il Busto di Cristo di Civitali

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    Tornato a Lucca il Busto di Cristo di Civitali –

    Sottratta alla città di Lucca dalle truppe di occupazione tedesche, nella notte del 7 febbraio 1944, dalla chiesa di Santa Maria della Rosa, un’importante opera d’arte è stata recuperata dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale. Dopo 73 anni il Busto di Cristo del maestro del Rinascimento toscano Matteo Civitali è tornato a Lucca.

    A restituirlo alla città, e in particolare alla Curia, sono stati i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale che l”hanno individuata e recuperata lo scorso novembre nell’ambito di una indagine più vasta mirata al recupero di opere rubate.

    Il busto era in possesso dell’erede di un collezionista, residente in provincia di Lucca, risultato estraneo all’illecito.

    Matteo Civitali, il Busto di Cristo recuperato dai carabinieri

    Matteo Civitali, il Busto di Cristo recuperato dai carabinieri

    L’opera era stata catalogata alla fine degli anni ’30 dalla soprintendenza di Firenze con due fotografie, conservate nel Gabinetto fotografico, oggi della Galleria degli Uffizi e segnalata in una nota del 1947 dell’allora ministero della Pubblica istruzione, come asportata dalle truppe tedesche.

    Negli anni ’50 le informazioni vennero riversate nell’archivio Siviero,
    raccolta sulle opere d’arte trafugate durante la seconda guerra mondiale, poi pubblicate nel volume del 1995 “L’Opera da ritrovare – repertorio del patrimonio artistico italiano disperso all’epoca della seconda guerra mondiale”, edito dal ministero degli Affari esteri e dall’allora ministero dei Beni culturali e ambientali e quindi inserite anche nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal comando carabinieri Tutela patrimonio culturale.

    Nel 2008, a seguito di accertamenti documentali, i carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Firenze avevano individuato l’importante scultura nel catalogo della Mostra internazionale
    dell’antiquariato, svoltasi nel 1981 a Palazzo Strozzi di Firenze.

    Questo elemento ha permesso di eseguire, sotto la direzione della procura della Repubblica di Lucca, alcune perquisizioni, nei confronti degli eredi dell’antiquario che aveva proposto in vendita l’opera, consentendo di accertare solo che il bene, rientrato in Italia in data imprecisata, era stato acquistato da un collezionista, del quale, però,
    non venivano rinvenuti indizi utili alla sua identificazione.

    Nel novembre scorso, nell’ambito di un’altra indagine denominata “Jackals”, avviata nel 2016, ha consentito di recuperare oltre a quella altre 100 opere d’arte rubate da chiese presenti su tutto il territorio
    nazionale. (Nova)

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