Truffe on-line, presi cyber-criminali

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    È oramai diventato un «classico» delle truffe, quello del «phishing», ovvero il furto di identità e di dati sensibili, come i numeri delle carte di credito, con cui i cyber-criminali effettuano acquisti on-line ai danni di ignari cittadini che alla fine del mese vedono i loro conti correnti svuotati. Questa volta la truffa è stata scoperta dai carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma che, con la collaborazione dell’ufficio sicurezza di una società di spedizioni, sono riusciti ad arrestare tre cittadini nigeriani di età compresa tra i 20 ed i 39 anni, consumati cyber-criminali. L’ufficio sicurezza ha inviato in tempo reale una segnalazione al 112 riguardante l’acquisto di un pc portatile su un noto sito di e-commerce: i dati della carta di credito inseriti dal presunto acquirente hanno insospettito lo spedizioniere, che ha immediatamente attivato i carabinieri. I militari hanno intercettato il corriere incaricato per la consegna del pacco verificando che all’indirizzo del destinatario, così come indicato nella bolla, si sarebbe dovuto presentare un fantomatico ragazzo romano di 33 anni. Giunti sul posto, rimasti in posizione defilata, i carabinieri hanno assistito alla consegna notando un giovane di colore ritirare il pacco dopo aver esibito al corriere una carta di identità, palesemente contraffatta, riportante gli stessi dati riportati nella bolla. A quel punto è scattato il blitz dei carabinieri che hanno bloccato lo straniero e che, subito dopo, si sono presentati nella sua abitazione per eseguire una perquisizione. Nella casa i militari hanno scoperto altri due suoi connazionali mentre erano intenti ad effettuare un considerevole numero di ordinativi illeciti di merce. I tre nigeriani sono stati arrestati con l’accusa di utilizzo illecito di carte di credito e falso in concorso. La perquisizione ha permesso, inoltre, di sequestrare numerose paia di scarpe, riconducibili ad altre transazioni illecite effettuate in passato, due telefoni cellulari, tramite i quali venivano contattati i call center per effettuare le ordinazioni, ed alcune fatture relative ad altrettanti acquisti fraudolenti effettuati nei giorni scorsi. I nigeriani sono stati associati al carcere di Regina Coeli a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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