Ugl Lazio contro i licenziamenti alla Ceva Logistics

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    Ugl Lazio in piazza contro i licenziamenti “mirati” alla Ceva Logistics

    “In piazza per ribadire il no al licenziamento collettivo ai licenziamenti individuali da parte della Ceva Logistics, la multinazionale operante nel settore della logistica e dei trasporti, che conta tra i committenti colossi come Huawei, Tim e Wind”.

    I rappresentanti dell’UGL Lazio hanno manifestato, assieme al Segretario Nazionale dell’UGL TLC Stefano Conti, davanti il Ministero del Lavoro contro la procedura di espulsione dall’azienda per 123 dipendenti e contro licenziamenti individuali che stanno colpendo alcune categorie di lavoratori.

    Il sindacato denuncia, in particolare, atti di estrema scorrettezza nei confronti di rappresentanti sindacali unitari (RSU), probabilmente scomodi, ma anche verso lavoratori che appartengono a categorie protette. La stessa azienda sta sostituendo questi operai con dipendenti di cooperative, ritenuti meno onerosi, per far fronte alla commessa della Telecom ancora attiva.

    Ceva Logistics

    Ceva Logistics

    “Non permetteremo che i diritti dei lavoratori della Ceva Logistics – ha sottolineato il Segretario Generale dell’UGL Lazio Armando Valiani – vengano calpestati in questo modo e che si venga a creare una nuova frontiera del precariato nelle telecomunicazioni attraverso sostituzioni mirate di dipendenti che, evidentemente, sono ritenuti “fastidiosi”.

    Chiediamo al Governo e al nuovo Parlamento di intervenire immediatamente nella vertenza per fermare questo processo che porterà altre famiglie sul lastrico. Come UGL ci batteremo in ogni sede per far rispettare i diritti dei lavoratori, i licenziamenti individuali sono illegittimi e vanno fermati”.

    Da parte di Valiani arriva poi una precisazione: “Non siamo in alcun modo contro i dipendenti delle cooperative ma la nostra battaglia è anche per loro, perché non è accettabile che Multinazionali come la Ceva Logistics vadano, con il loro atteggiamento, ad innescare una guerra tra lavoratori ma soprattutto a creare una perdita di professionalità”.

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