Bitcoin e le altre criptomonete, ce ne parla Girolamo Stabile

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    Criptovaluta, moneta virtuale, Bitcoin, Ethereum, peer-to-peer: un tema sempre più discusso, ma sul quale c’è ancora molta confusione; cerchiamo di fare chiarezza per capire come funzionano questi nuovi strumenti decentralizzati per la gestione delle transazioni economiche.

    Si sente sempre più spesso parlare di Bitcoin, ma cos’è in realtà? Il 15 settembre questa valuta ha avuto un crollo spaventoso, arrivando a costare meno di 3 mila dollari, un meno 40% rispetto al valore di inizio mese, riportandola alla ribalta delle cronache mondiali. Vale la pena perciò chiedersi quali sono le dinamiche che regolano la circolazione di una criptomoneta? Conviene investire su queste nuove valute virtuali? Quali i suoi possibili utilizzi? Ce ne parla Girolamo Stabile.

    Cos’è Bitcoin?

    Per capire meglio cosa sia Bitcoin è bene partire da una precisazione, da ciò che differenzia una moneta virtuale da una che ha corso legale. Se a quest’ultima categoria possono essere ricondotte pressoché tutte le valute impiegate per le transazioni economiche su vasta scala a livello globale (inclusi, ad esempio, l’euro e il dollaro), quelle virtuali non sono soggette al controllo da parte di un ente centralizzato.

    Nessun governo o istituto può dunque stabilire la creazione di nuova moneta per regolarne il valore: l’immissione di valuta nel circuito avviene tramite l’utilizzo di un software open source di tipo peer-to-peer (il concetto è molto simile a ciò che regola i circuiti P2P dedicati al file sharing, come BitTorrent), in modo aperto e condiviso da tutti i nodi connessi in Rete. L’attività è definita mining ovvero “estrazione”.

    È stato stabilito fin dall’inizio che il numero complessivo di bitcoin (se scritto con la lettera maiuscola indica la tecnologia, con l’iniziale minuscola rappresenta invece la valuta) arriverà a una quota intorno ai 21 milioni di unità, con la metà delle nuove monete disponibili generata ogni quattro anni. In fase di scambio è comunque possibile frazionare un bitcoin fino all’ottava cifra decimale, così da poter stabilire con estrema precisione il valore del bene o del servizio acquistato o venduto.

    Le origini

    Il progetto Bitcoin nasce nel 2008 con la pubblicazione in Rete di un documento che ne illustra la natura da parte di Satoshi Nakamoto, pseudonimo dietro al quale si nasconde il reale creatore, la cui identità non è mai stata ufficialmente rivelata, nonostante le numerose ipotesi e indiscrezioni circolate sul Web. La teoria più accreditata è quella che porta all’informatico e uomo d’affari australiano Craig Steven Wright.

    La circolazione della moneta ha invece inizio l’anno successivo, nel 2009. Nakamoto, che secondo alcuni potrebbe in realtà essere un appellativo creato per nascondere l’attività di un intero gruppo di persone, annuncia con la sua ultima comunicazione di aver abbandonato definitivamente il progetto nel 2011, affidandolo allo sviluppatore statunitense Gavin Andresen.

    Come funziona?

    Trattandosi di una criprovaluta, ogni transazione legata a Bitcoin avviene in Rete e non mediante lo scambio di moneta tangibile nel mondo reale. In altre parole, i bitcoin non sono stampati né coniati e, di conseguenza, non hanno alcun valore intrinseco.

    Bitcoin.org

    La gestione avviene mediante l’impiego di chiavi crittografiche: una pubblica che identifica l’indirizzo associato al suo proprietario e una privata conservata all’interno del cosiddetto wallet (portafogli). Poniamo il caso dell’utilizzo per l’acquisto di un bene: nel momento della transazione, chi compra rinuncia alla proprietà della moneta, aggiungendo la chiave pubblica associata al venditore sulla propria valuta e firmandola con quella privata.

    L’invio avviene sotto forma di messaggio che si diffonde attraverso i nodi della rete peer-to-peer, che ne validano le chiavi e associano alla moneta spedita la chiave pubblica del nuovo proprietario. In questo modo l’intero sistema assicura che la medesima valuta non possa essere spesa più volte. Le transazioni vengono memorizzate, in ordine cronologico, all’interno della cosiddetta block chain, un registro pubblico e condiviso.

    Quanto vale un bitcoin?

    Essendo soggetto alla legge della domanda e dell’offerta, oltre che all’immissione periodica di nuova moneta (come già detto, ogni quattro anni), il valore dei bitcoin è variabile nel tempo.

    Se nel corso degli ultimi anni si era assistito a una crescita continua, il 15 settembre, a causa di una stretta messa in atto dalla Banca Popolare Cinese sugli scambi di monete virtuali, il valore è arrivato a toccare il suo minimo storico: passando in pochi giorni dal valere 5.000 dollari a 3.000 dollari. Nella serata dello stesso giorno, la moneta era nuovamente in ripresa e la settimana si è chiusa con un calo di soli, si fa per dire, 14 punti percentuali.

    99Bitcoins.com

    Il trend potrebbe essere invertito da fattori come l’intervento di governi e istituzioni (al momento nessuno stato pone limiti alla circolazione dei bitcoin) finalizzato a contrastarne l’utilizzo o dalla crescita di altre criptomonete che svolgono la medesima funzione.

    Le altre criptomonete

    Bitcoin è la moneta virtuale più conosciuta e diffusa a livello globale, ma non l’unica. Le alternative più note sono Litecoin, Peercoin, Quark, Namecoin, Feathercoin, Primecoin. Dogecoin ed Ethereum, Quest’ultima in particolare ha fatto registrare una rapida diffusione e un conseguente forte incremento del valore nell’ultimo periodo. In ogni caso, tutte sono basate sul medesimo concetto di gestione decentralizzata della valuta.

    Conviene investire in moneta virtuale?

    Essendo soggetto a variazioni di valore, Bitcoin (così come le altre criptomonete) si presta ad essere strumento di trading e investimenti. Le opportunità di guadagno sono potenzialmente concrete (è più che quadruplicato dal 2014 a oggi), ma lo sono altrettanto le possibilità di perdita. Il consiglio, per chi desidera percorrere questa strada, è di diversificare la destinazione dei propri investimenti su più valute virtuali, minimizzando così il potenziale fattore di rischio.

    Dove spendere BTC?

    Grandi realtà del mondo online, come eBay e Amazon, già accettano Bitcoin come sistema di pagamento. Vi sono anche attività commerciali che fanno altrettanto, nonostante il loro numero sul territorio italiano sia ancora piuttosto esiguo: l’elenco può essere consultato su portali come BitCoinMap.org o mediante applicazioni mobile come Bitcoin Map.

    Nel nostro paese sono già attivi alcuni ATM, del tutto simili a comuni sportelli bancomat, che permettono di convertire il denaro tradizionale in BTC tramite un semplice versamento. Un punto di contatto tra la moneta virtuale e il mondo fisico.

    di Girolamo Stabile

    Immagine: https://pixabay.com/it/bitcoin-soldi-decentrata-anonimo-2007912/

    Video correlato: https://www.youtube.com/watch?v=Gc2en3nHxA4

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