65mila per Vasco Rossi all’Olimpico

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    Avrà pure voglia di pensione ma Vasco a Roma si è presentato nella sua abituale veste di rockstar. Allo stadio Olimpico erano in 65 mila pronto a scatenare tutta l’energia del popolo del Blasco, e per la replica di domani è stato venduto lo stesso numero di biglietti. «Ciao stadio Olimpico, lo stadio di Totti», ha esclamato il signor Rossi in un boato. La scaletta è quella dei concerti di questo tour trionfale, con l’inizio dedicato ai brani del nuovo album ‘Vivere o niente’, poi, tra gli altri, ‘Siamo soli’, ‘Gli spari sopra’, con una spettacolare scenografia di fiamme, ‘E già’, ‘L’aquilone’, ‘Il medley’ in chiave disco fino a ‘Vita spericolata’ e ‘Albachiara’, ormai l’inevitabile conclusione di questo rito rock. Un mix di vecchio e nuovo che continua ad avere un’accoglienza che ha davvero pochi paragoni: quattro sold out a San Siro e due all’Olimpico in poco tempo sono davvero un risultato eccezionale. Ormai Vasco in uno stadio pieno è a casa sua, sa assecondare a perfezione le dinamiche emotive di un pubblico che lo adora e che accoglie con lo stesso entusiasmo il materiale nuovo e la lunga parentesi strumentale che permette all’aspirante pensionato di prendere fiato. La band come sempre è una macchina da guerra del rock, con una potenza di suono e una compattezza che sono un marchio di fabbrica. Due ore e mezza di musica che lo stadio Olimpico – in tribuna tra gli altri c’erano Antonello Venditti e Luca Zingaretti – ha seguito in un clima da derby: d’altra parte sono giorni che i fan si stavano preparando all’evento e in questi giorni la vascomania ha superato i livelli di guardia. Il fatto che è Vasco Rossi per il suo pubblico è al tempo stesso una garanzia e molto più di un cantante. Nei suoi concerti non ci sono grandi sorprese, c’è qualche ripescaggio dal passato e la parentesi quasi dance del medley, ma non è la sorpresa che conta in questi casi ma più semplicemente il rinnovarsi di quel patto speciale che lega i fan alle rockstar. »Sono uno di voi, canto le cose che dite voi, tra noi c’è un’affinità spirituale collettiva: non fatevi fottere, siete i più belli« ha detto il rocker al »suo Olimpico«. A Roma comunque, Vasco era in gran forma e aveva l’aria di godersela tutta questa speciale serata romana, mentre la band suonava con un’energia che fa sembrare difficile immaginare che non abbia più voglia di suonare negli stadi. Che cosa abbia davvero voluto dire con la frase sulla pensione probabilmente lo sapremo più in là. Stasera, se mai ce ne fosse stato bisogno, il pubblico gli ha dimostrato nel modo più clamoroso che lo vuole ancora vedere in concerto. Il coro »io sono ancora qua« su ‘E già’ sembrava un’invocazione a rimanere un rocker militante.

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