A SCUOLA DI CHITARRA CON STEVE VAI

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    Steve VaiInteressante incontro quello svoltosi il 14 maggio presso Stazione Birra, sul palco del locale romano abbiamo avuto l’onore di poter ammirare uno dei chitarristi più apprezzati del panorama musicale internazionale: Steve Vai.

    Non c’è bisogno di molte presentazioni per questo artista che nella sua carriera ha offerto i suoi prodigi ed i suoi funambolismi a Frank Zappa, David Lee Roth, Whitesnake… tanto per citarne alcuni.

    L’afflusso di pubblico è stato piuttosto alto, anche se non c’è stato il pienone, numerosi i giovani axe-hero presenti e desiderosi di poter fruire delle sue magie e dei preziosi consigli.

    Probabilmente chi era qui con la speranza di poter assistere anche ad un suo concerto è rimasto deluso, Steve non ha suonato con una band, aveva delle basi pre-registrate sul computer, ma anche chi c’era per carpirne i più nascosti segreti, non ha ottenuto ciò che avrebbe voluto, in effetti il chitarrista non ha svelato i suoi trucchi del mestiere e si è limitato a dispensare alcune perle di saggezza che però non hanno soddisfatto appieno i suoi ammiratori.

    Ad esempio alla domanda di un ragazzo che chiedeva cosa avrebbe dovuto fare chi volesse iniziare a suonare, lui risponde: “la prima cosa da fare è andare in un negozio e comprare una chitarra”.

    Ma naturalmente nel momento in cui partiva il suo straordinario tocco, si rimaneva tutti a bocca aperta a godere di quello spettacolo sonoro che era davanti ai nostri occhi: virtuosismo, fantasia, gusto, velocità, insomma un concentrato di tecnica impressionante.

    Aivoglia a cercare di mettere in pratica quello che Steve fino a quel momento cercava di insegnare cioè che bisogna liberare la mente, ascoltare e non pensare a ciò che ti suggerisce quella vocina dentro di te mentre suoni, la fa facile lui, ma mentre suona la mia mente mi suggerisce solo una cosa: ma come fa a suonare così?

    Steve inizia la serata parlandoci, o meglio, leggendo in italiano sul suo notebook una sorta di autobiografia, un breve racconto della sua vita, di quando da ragazzo stimolato dalla musica che ascoltava, cominciò ad avvicinarsi a quel mondo di cui ora anche lui fa parte, grazie a band come Led Zeppelin, Deep Purple, Jethro Tull, Kiss.

    E poi l’amore per la chitarra, la passione e la sua crescita musicale, grazie soprattutto a quattro persone: il suo primo insegnante di musica al liceo, poi Frank Zappa che sicuramente ha contribuito allo sviluppo della sua creatività, ma molto deve anche a Joe Satriani, il suo insegnate di chitarra, dal quale ha imparato che quando metti un dito sulla chitarra quello che esce deve essere musica e per ultimo, ma solo in ordine cronologico, David Lee Roth cha da rockstar lo ha portato a suonare davanti ad oltre ventimila persone a sera.

    Steve risponde alle domande del pubblico ed a tutti spesso dice che la cosa principale è quella di essere prima di tutto rilassati, prendere un bel respiro e rilassarsi, questo è fondamentale, come liberarsi dei pensieri che portano alla tensione e allo stress, non ci si rende mai conto di quanto ne abbiamo.

    Non pensare a nulla, liberare la mente, rilassarsi, tutto contribuisce ad avere la migliore ispirazione e poi ascoltare quello che uno suona, facendo autocritica, ma senza mai essere negativi, chiedendosi come posso migliorare? e non dicendo suono male!

    Il suo metodo è semplice, basta ad esempio registrare quello che si suona, lui lo fa col suo telefonino e ci fa ascoltare anche qualche brano in memoria nel suo cellulare.

    Invita sul palco quei ragazzi che gli chiedono qualche piccolo consiglio e nel finale manda in play un loop che gli serve da base per duettare con 5-6 volontari che si alternano tra loro sul palco insieme a lui cercando di non sfigurare davanti al maestro e qualcuno riesce anche a sorprenderlo.

    Raccolti i prolungati applausi, Steve ha poi fatto la felicità di tutti facendosi fotografare con ognuno dei presenti e firmando autografi, molti dei quali sulle chitarre che alcuni avevano portato con sé in sala.

    Ogni tanto fa bene potersi confrontare con musicisti come lui in un modo diverso dal solito concerto, questo tipo di incontri ci presenta così l’artista in una dimensione più umana e più vicina a noi, permettendoci di imparare da chi ha tanto da offrire e dare.

    Quindi grazie a Stazione Birra che ci ha dato la possibilità di poter gustare l’acrobatica esibizione di Steve Vai, sicuramente uno dei migliori chitarristi di tutti i tempi, senza dimenticare che però, anche se in un film, qualcuno meglio di lui c’è stato: Ralph Macchio.

    Chissà se la sconfitta nel duello finale di chitarra di “Mississippi Adventure” brucia ancora a Steve ed è stata di sprono per migliorarsi!

    (Roberto Manenti)

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