Al Maxxi Dutch Nazari, tra canzone d’autore e rap

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Roma – Non e’ da tutti giorni cantare in un museo. Per la sua unica data live estiva, Dutch Nazari ha avuto, a Roma, come sfondo il Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Il cantautore-rapper si e’ esibito tra gli artisti di Undamento, l’etichetta indipendente di cui fa parte. “Si’, e’ un luogo un po’ inconsueto per un concerto ma e’ una bella emozione suonare qui”, ha raccontato ai microfoni di Diregiovani prima del concerto. Dutch Nazari, classe 1989, e’ nato e cresciuto a Padova, dove all’eta’ di 16 anni si e’ avvicinato alla scena hip hop, contribuendo a fondare il collettivo Massima Tackenza. Negli anni dell’universita’, l’incontro con il poeta Alessandro Burbank e con il producer Sick et Simpliciter. Due persone che lo hanno avvicinato sempre di piu’ alla musica che fa oggi. Dutch non e’, pero’, etichettabile in una categoria ben precisa. Rapper, cantautore, poeta. La sua musica e’ sicuramente un mix di tutto cio’. “La musica che faccio con Sick et Simpliciter non e’ molto etichettabile nei generi classici- ha spiegato- e’ una cosa a meta’ tra rap e quella che in Italia e’ conosciuta come canzone d’autore”. Come si descriverebbe Dutch? “Io vengo dal mondo del rap, quindi sono un rapper ma con una concezione di rapper che canta quando ha voglia di cantare o rappa quando ha voglia di rappare”. Recentemente, Dutch Nazari e’ tornato sulle scene con i singoli ‘Di me i baristi’ e ‘Bravi tutti’, canzoni nate in tour e presentate live proprio nella serata di Undamento.

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