Al Teatro dell’Orologio fino al 16 febbraio 2014, Note di cucina

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    Note di Cucina

    Note di Cucina

    In scena al Teatro dell’orologio fino al 16 febbraio 2014, Note di cucina di Rodrigo García. Gli attori: Giancarlo Fares, Giorgio Carducci, Raffaella Cavallaro, Sara Greco Valerio, Alessandro Porcu. Per l’adattamento e la regia di Giuseppe Rosselli. Con l’accompagnamento al liuto di Simone Colaveccchi. Scene di Ciro Paduano. Costumi a cura della Sartoria Bastè, di Gianluca Carrozza e Francesca Novati. Light designer, Mauro Scattolini. Aiuto regia, Cecilia Di Giuli. Consulenza musicale, Maurizio Farina. Foto e grafica di Manuela Giusto e Omar Falcini.

    Appunti per mangiare meglio la società. Si parte con il galateo da tavola e tra portate altisonanti frammiste a preparazioni di cibo “qualunque”, si arriva ai parlare della vita. Delle cose comuni come dei lati più oscuri della noia e della solitudine. Della ricerca dell’amore o del vivere sociale. Un teatro dell’assurdo che sfruttando note di cucina, cerca il “non senso” della vita.

    Rodrigo García, ancora una volta usa il cibo come strumento di comunicazione: «È ciò che manca in Argentina, il paese in cui ho vissuto la metà della mia vita. Ed è ciò che buttiamo nel continente in cui vivo ora, l’Europa. Il cibo è il simbolo di gerarchie e livelli sociali. Alcune pietanze rappresentano un modo di vivere. Altre, come quelle inscatolate, testimoniano l’allontanamento dalla natura che puoi percepire in varie forme».

    Un teatro che fonde remake, miti, modi di dire, travisandoli, usandoli nel loro significato più profondo. Un gioco visivo, uditivo e mentale che non sempre riesce, proprio perché sfrutta la fantasia dello spettatore consegnandogli una chiave di lettura che non può che essere interpretativa. Ognuno, quindi, vedrà uno spettacolo diverso, a tratti incomprensibile, cercando gli strumenti interpretativi nel proprio Io. Il messaggio reinterpretato cambia forzatamente e c’è da chiedersi se un autore voglia veramente consegnare al pubblico il significato della propria opera.

    Per un pubblico impegnato alla ricerca di chiavi di significazione sul senso profondo del vivere quotidiano. Richiederebbe, forse, una visione ripetuta o una pre lettura del testo originale Sei pezzi di teatro in tanti round per un’interpretazione più profonda dei contenuti.

    Leandro Di Capua

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