Cinema, Presentato in anteprima a Calcata il documentario: “La città d’acqua”

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    Significativo riscontro di pubblico per la proiezione, nell’ambito della Rassegna “Calcata Film Festival”, del documentario “La città d’acqua”, ideato, scritto e organizzato da Pierfrancesco Campanella, con la regia di Emanuele Pecoraro.

    locandina-la-citta-dacquaL’opera, della durata di circa 23 minuti, prodotta da Angelo Bassi per Mediterranea Productions, che si avvale della fotografia e del montaggio di Mauro Ferri, è dedicata alla cittadina laziale di Bagnaia.

    Centro di antiche origini (anteriore all’anno 1.000), a meno di 5 Km da Viterbo, situata sul tratto della Via Francigena che passa tra i monti Cimini, Bagnaia è giustamente famosa per la presenza di un autentico gioiello architettonico: Villa Lante, costruita nel XVI secolo, forse su disegno del Vignola. Per l’originalità e grandiosità dei giardini all’italiana, per le splendide palazzine e fontane, Villa Lante costituisce un richiamo irresistibile per i turisti e non solo. Bagnaia si presenta come un luogo che unisce alle bellezze naturali, una quantità enorme di opere artistiche e architettoniche di inestimabile valore, di tradizione culturale oltre che di interesse storico. Insomma possiamo considerare la cittadina come ideale “testimonial” di un patrimonio già consegnato all’eternità, ma sicuramente da valorizzare ed enfatizzare, se possibile, ancora di più.

    Pierfrancesco Campanella e Emanuele Pecoraro

    Pierfrancesco Campanella e Emanuele Pecoraro

    L’idea di questo documentario nasce proprio dall’esigenza di “sugellare” il gusto del “bello”, inteso come arricchimento della sensibilità più recondita ed elevazione dello spirito. E Bagnaia, con la sua storia e le sue molteplici sfaccettature artistiche, in questa dimensione, rientra a pieno merito.

    Per questo lavoro si è volutamente scelta una cifra stilistica di tipo “vintage”, con una fotografia e una confezione realizzativa quasi d’altri tempi. Con un gusto che rimanda in qualche modo alla magia della pellicola, grazie all’uso di tecniche analogiche, in un’epoca nella quale prevale il più pulito ma asettico e freddo “digitale”.

    Nella locandina è raffigurata un’opera del maestro lucano Mario D’Imperio.

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