Festa del Cinema di Roma 2021 – Incontrare Quentin Tarantino

Quentin Tarantino alla Festa del Cinema di Roma

Cosa significa incontrare un idolo? Che effetto fa trovarsi davanti e poter parlare con uno dei registi più influenti della storia del cinema e, in particolare, della nostra generazione?

Non sono mai stato il tipo di persona che si strappa i capelli quando si trova davanti ad un artista, non mi sono mai ritenuto un fanboy sfegatato che si fa ore di attesa pur di poter dire di aver visto dal vivo il suo idolo e magari aver strappato un autografo come ricordo di quel momento.

Coerente con questo, due giorni fa mi sono recato alla conferenza stampa di Quentin Tarantino alla Festa del Cinema di Roma con molta serenità. Aspettandomi una conferenza interessante ma senza saltare sul sedile della sala Petrassi, per intenderci.

Eppure già nell’attesa l’aria nella sala ha cominciato a farsi elettrica. La sala freme tra chi controlla il proprio posto, chi esce e rientra dalla sala, c’è addirittura chi ha perso un portafoglio!

Poi succede. Quentin Tarantino appare sul palco, si prende i meritati applausi e iniziano le domande.

Tarantino parla, ride, scherza. Racconta di come abbia deciso di approfondire con un romanzo C’era una volta a Hollywood perché era quello che si prestava meglio e sul quale, al tempo stesso, aveva già svolto il lavoro di studio ed approfondimento maggiore. Dopotutto è il suo film storicamente accurato nella rappresentazione dell’epoca e del mondo che rappresenta….quantomeno fino al finale!

Incalzato sul tema del politicamente scorretto decide di trattare il tema con eleganza, le critiche in un modo o in un altro ci sono sempre state e anche le vecchie recensioni rilette con gli occhi di oggi rivelano sorprese in negativo. Ora più di allora bisogna avere la forza di passarci attraverso, di utilizzarle in maniera costruttiva e non farsi per questo tarpare la propria creatività. Certo è consapevole della fortuna che ha avuto nell’esprimere il suo cinema in quella specifica epoca.

Si passa tra risposte più rapide e asciutte a domande che non vengono comprese e su cui il regista forse infierisce anche un po’ troppo.

Ride, fa battute, si diverte e tutta la sala pende dalle sue labbra mentre lui risponde alle domande e en passant non esclude la possibilità di vedere un Kill Bill vol.3 ammettendo candidamente che non sa ancora quale sarà il suo prossimo film. Parla del Covid, di come ha intaccato il cinema e di come questo si rialzerà.

Spiega ridendo che riscrivere la storia come fatto in Bastardi senza gloria non è stata una scelta ma un’esigenza! “Ho scritto e scritto finché mi sono messo da solo con le spalle al muro e allora ho detto: ok, uccidiamo Hitler!”

Perché Tarantino è questo, genio che non si mette confini, anche quando gli viene provocatoriamente chiesto che film cancellerebbe dalla storia o chi ucciderebbe se potesse farlo senza che la cosa abbia conseguenze. Ci pensa, ragiona e poi confessa che “Nascita di una nazione” di David Griffith. Un film che, spiega Tarantino, si può considerare colpevole della nascita del Ku Klux Klan negli Stati Uniti, che è carico di razzismo e che sarebbe stato giudicato colpevole secondo i principi del processo di Norimberga!

Senza filtri fino alla fine. Come è giusto che sia.

L’incontro si chiude con l’immancabile saluto ai suoi fan, un fiume di persone ai suoi piedi.
Essere lì, trovarselo davanti e guardarsi negli occhi con Quentin Tarantino mentre prende dalla tua mano l’oggetto su cui desideri un autografo…ho realizzato solo quando l’ho vissuto cosa significasse.

Guardare negli occhi qualcuno che ha inciso significativamente sulla mia vita, che ha definito i miei gusti, grazie al quale ho scoperto musica che ora amo. Pazzesco. Un Big Bang della mente che si risolve tutto in uno scambio di sguardi, un mio grazie e una sua risata mentre mi riporge l’autografo. Incredibile.

E resto lì, tra la gente che lo chiama, col suo autografo in mano. Realizzo quanto ho appena vissuto, realizzo cosa mi è appena successo. Wow.

Non sono mai stato un fanboy sfegatato, uno che si strappa i capelli per incontrare uno dei suoi idoli… eppure eccomi qui, col mio piccolo grazie e un enorme sorriso stampato sulla faccia.

Luca Silvestri