HUNGER, ESORDIO VINCENTE DI STEVE MCQUEEN

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    locandina HungerHunger, film d’esordio del regista britannico Steve McQueen, racconta la rivolta che ebbe luogo nel carcere nordirlandese di Maze (labirinto) all’alba degli anni Ottanta, quando i detenuti dell’IRA, per ottenere dal governo inglese lo status di prigionieri politici, iniziarono uno sciopero dell’igiene e successivamente, dietro iniziativa di Bobby Sands, uno sciopero della fame, che condusse alla morte lo stesso Sands ed altri nove detenuti.

    Il film può essere suddiviso in tre parti. La prima parte mostra gli arresti degli attivisti nordirlandesi e le violenze inferte loro dalle guardie carcerarie.

    La seconda parte è quella più importante di tutto il film, perché avviene il colloquio del protagonista Bobby Sands, interpretato magistralmente da Michael Fassbender, con un prete cattolico irlandese. Questa è la fase clou anche dal punto di vista artistico, in quanto la sequenza lunghissima della durata di ben 22 minuti e girata senza stacchi e con un unico ciak, ha richiesto una preparazione di un mese; l’inquadratura unica è fissa sui due interlocutori che si incontrano nel parlatorio del durissimo carcere di Maze.

    Tutto è incentrato sul dialogo tra i due e sull’annuncio da parte di Bobby Sands dell’inizio di uno sciopero della fame che sarà effettuato coinvolgendo piano piano tutti i ribelli, sino ad arrivare al suicidio.

    Infatti, ne morirono nove.

    Da questo momento in poi inizia la terza parte, che poi è quella che dà il titolo al film, ossia la fame che porta alla morte. Fassbender supera se stesso nel mostrare gli effetti devastanti dello sciopero della fame. L’attore tedesco fornisce l’ennesima performance eccellente, l’ennesima trasformazione, prestando sensibilità e il corpo stesso al personaggio che interpreta: è infatti dimagrito fino a venti chili per “incarnare” alla perfezione il dramma di un uomo che ha dato la vita per difendere un’idea.

    Hunger è un film magnifico, che offre lo spunto per apprendere ed approfondire una storia che non va dimenticata.

     

     

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