Intervista a Ester Campese

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Ester Campese se pur con allegria e apparente spensieratezza, resta persona con solidi valori e piedi ben concretamente a terra sapendo che dietro ogni cosa ci sono sempre studio, costruzione ed un percorso mai improvvisato. Nulla viene mai regalato ed ogni cosa si presuppone impegno e qualche sacrificio.

Ester quale è il bilancio della esposizione della tua opera a Palazzo Morando?

Sono stata felicissima di partecipare a questa iniziativa, che fra l’altro ha avuto anche molta risonanza mediatica, ma cosa più importante è che ho contezza di aver potuto partecipare e prendere parte ad un progetto valido e serissimo che porta beneficio su più fronti e che rientra in una cornice di reinserimento di persone nella società. Questa iniziativa, fin dalle prime battute, mi ha regalato tante emozioni. So che sull’abito esposto a Palazzo Morando, in cui è stato incastonato il mio dipinto, ci sono tante mani ed anche le mie. Questo mi ha fatto sentire una sorta di vicinanza umana, come se ci potessimo stingere e tenere mani nelle mani nel divenire, nell’avanzare del progetto. Queste sono le cose che sanno di buono e che ti fanno stare bene. Per rispondere alla tua domanda il bilancio, sopratutto umano, è senza dubbio più che positivo, dove sento di aver ricevuto molto più di ciò che ho donato.

Come hai fatto ad approcciare in maniera pertinente al genio di Leonardo?

Diciamo che mi ha sempre incuriosito l’esplorazione verso più aspetti delle arti e della scienza. Le molteplici capacità così egregiamente espresse e concentrate dalla personalità unica e geniale come quella che fu di Leonardo non poteva che entusiasmarmi. Il mio approccio è stato di molto rispetto e la figura dell’uomo Vitruviano in particolare, che mi ha sempre affascinato, l’ho voluta reinterpretare ovviamente a modo mio, traducendo l’opera originaria in una versione femminile, essendo da molti definita come la “pittrice delle donne”.

Questo tipo di evento è insolito per la tua carriera.

In realtà non è insolito che partecipi a iniziative solidali. Le valuto molto accuratamente prima di scegliere di aderire e sono sempre stata molto attenta al sociale sentendo come un dover il fare o almeno parlare di temi che spesso non trovano sostegno e talvolta nemmeno voce. Penso che l’arte sia un mezzo semplice per raggiungere molti, perché linguaggio universale e figurato, e dunque immediato, che possa e debba anche promuovere e contribuire alle cause sociali. Quando posso lo faccio con grande gioia.

Cosa ha lasciato a te una tale iniziativa con un così rilevante impatto sociale?

Il senso di aver fatto qualcosa di giusto, anche se può apparire una piccola goccia, un piccolo gesto, ma almeno che questo gesto ci sia. La società siamo noi è composta da ogni singola persona, non è qualcosa di astratto “di altro”. Attraverso dunque ognuno di noi, anche con piccole azioni, piccoli segnali di “civiltà” di generosità, di accoglienza, si possono recuperare valori spesso considerati passati di moda. Reputo invece che proprio in questo tempo attuale ed in questa società che sembra talvolta andare alla deriva, non solo questo valori non sono passati di moda ma vanno recuperati e sono quanto mai necessari.

A quale altro progetto ti stai dedicando?

Ecco questa è una bella domanda che mi regala un sorriso. Ho sempre “in pentola” molte attività essendo di carattere vulcanica. Un progetto che mi sta a cuore in effetti c’è, ma non voglio svelare troppo adesso. Anticipo solo che è partito quasi per gioco, ma nemmeno poi tanto, da una trasmissione televisiva cui ho partecipato e per la quale si doveva offrire agli ospiti un piccolo cadeaux. Ho subito pensato di produrre un regalino artistico con le mie mani, diciamo così un dono “flessibile” e applicabile in molteplici varianti. Ne ho parlato con un amico “saggio” et voilà…è nato un nuovo progetto. Che dire di più? Seguiteci.

Flavio Iacones

BIOGRAFIA

Ester Campese l’artista, pittrice, che sulle tele si firma con il nome di Campey è una donna elegante, sensibile, ironica e raffinata, con una grande spontaneità. Un mix effervescente che fa di questa artista anche un po’ personaggio.

L’arte per lei è uno dei mezzi per esprimere se stessa e non si limita solo verso a pittorica, ma ha al suo attivo anche esperienze nel campo della recitazione. Oltre ad averla vista ospite TV, l’abbiamo ritrovata a recitare dei ruoli teatrali con grande garbo e maturità artistica.

Ester si è fatta valere nel tempo ed oggi è riconosciuta come talento artistico italiano per il suo stile riconoscibile e personalizzato. Da tempo infatti è definita l’Artista delle Donne per la sua predilezione nel dipingere soggetti femminili.

Per tutte queste ragioni le sono stati tributati nel corso della sua carriera molti premi di valenza Europea: il Premio Internazionale Spoleto Festival Art 2017, che la vedrà tra i premiati anche per il 2019 e che vede la partecipazione dell’Istituto Europeo per la Formazione (IEFO) in collaborazione con l’Associazione Internazionale Giovani Europei e con numerose fondazioni, istituzioni ed esperti di settore.

Non meno importante il premio “Eccellenza Europea per le Arti” riconosciutole con la seguente motivazione per “aver valorizzato l’arte e la creatività italiana in Europa”. Ester Campese ha infatti esposto nel mondo tra cui Bratislava, Londra, San Pietroburgo, Mosca, Barcellona, Parigi Montmartre, Miami, Osaka, Dubay, New York portando in alto il nome dell’Italia anche attraverso di Lei e la sua arte.

Tra le principali note critiche ricevute dagli esperi d’arte, si annoverano quelle del Prof Carlo Levi, del Prof Vittorio Sgarbi, del Dott. Renato Manera Vice Presidente Museo Canova, della Dott.ssa Elena Gollini, della Dott.ssa Adriana Conconi Fedrigolli, della Dott.ssa Loredana Finicelli e molti altri ancora

Un ruolo determinante nella formazione artistica e personale di Campey lo ha avuto sua marito Riccardo Bramante. Come la stessa Ester ci racconta non sarebbe ciò che è o ciò che è diventata senza avere lui al suo fianco. Bramante è il suo mentore, discendente da famiglia nobiliare, che esprime in ogni suo gesto eleganza, grande rispetto dell’altro e molta intelligenza.

Le potenzialità dell’artista Campey con la presenza di Riccardo Bramante sono divenute spesso concrete realtà facendo di lei come in “My fair lady” e trasformandola da diamante grezzo a gioiello splendente.

Riccardo Bramante si è occupato nel tempo di post-produzione cinematografica ed ha importato i primi cartoni animati e film dall’oriente verso l’Europa e l’Italia e viceversa. Ha calcato le passerelle più importanti dei festival del cinema quali quello di Cannes, di Venezia e di Berlino.

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