Jazz Do It // The Neighbours Trio scalda (e infiamma) il Crash: “la libertà del Jazz è il vero rock”!

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E’ stata una serata ricca e suggestiva quella che ha visto l’inaugurazione al Crash Roma della nuova sorprendente rassegna musicale “Jazz Do It”, dedicata non solo al jazz ma anche al soul, il blues, l’R&B e tutte quelle atmosfere che ricordano la sperimentazione e il genio dell’improvvisazione.

A calcare per primi l’intimo palco del locale romano (ormai rinomato tempio del gusto e della musica live, grazie anche alla sua interessante proposta di musiche e rassegne originali e meno convenzionali) un trio di musicisti “nostrano”: the Neighbours Trio, ovvero Veronica Monaco (voce), Davide Cuomo (chitarra) e Dario Pimpolari (basso).

La nostra passione per la musica credo sia sempre stata in ognuno di noi, col tempo poi è uscita fuori attraverso lo studio degli strumenti” mi racconta proprio Veronica, che ha iniziato da piccola a cantare e a suonare, mentre Davide ha abbracciato la chitarra intorno ai 15 anni. “Entrambi siamo cresciuti ascoltando principalmente musica rock”.

E’ proprio da Veronica e Davide, infatti, che il progetto dei The Neighbours Trio inizia a prendere forma anche se all’inizio… ancora (solo) in duo! “Ci siamo incontrati al Conservatorio di Frosinone, frequentavamo il Dipartimento di Jazz e ci siamo ritrovati a seguire insieme le lezioni di teoria e laboratorio musicale. Non sapevamo nemmeno di abitare vicini nello stesso quartiere a Roma e così abbiamo deciso di formare un duo per mettere in pratica quello che studiavamo durante le lezioni – continua Veronica – Successivamente, Davide ha chiamato ad unirsi a noi Dario, un suo amico bassista che ha conosciuto suonando in altre occasioni”.

Nasce così ufficialmente la formazione che vedrà questo trio affermarsi visceralmente tra sperimentazione e improvvisazione all’insegna delle magiche e inconfondibili atmosfere del jazz.

Siamo cresciuti ascoltando soprattutto musica rock, ma poi il jazz è diventato un’altra parte musicale importante di noi. Suoniamo anche altri generi, ma troviamo il jazz molto divertente, ci unisce, soprattutto nella libertà di espressione durante i soli, dove possiamo creare sempre qualcosa di nuovo, di nostro, di personale. Credo sia molto rock anche questo tipo di libertà”.

Una libertà, questa di spaziare non solo tra generi ma anche tra atmosfere, suggestioni, autori ed epoche, che si declina in modo molto interessante nello stesso repertorio che il trio è solito proporre nelle sue esibizioni: “principalmente swing e bossanova, che ci affascina molto per i ritmi brasiliani. Perciò cerchiamo di rendere omaggio ai più grandi come Duke Ellington, George Gershwin e Antonio Jobim…” e tanti altri, aggiunge chi scrive.

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