La musica di Moro avvolge l’Olimpico

Ha raggiunto il suo obiettivo e, una volta sul palco, ha regalato alla platea romana un concerto unico e pieno di energia

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    Roma – Ieri sera allo stadio Olimpico è andata in scena la consacrazione di Fabrizio Moro. Da San Basilio ad uno degli stadi più importanti d’Italia la strada è stata lunga, ma il cantante capitolino ha ce l’ha fatta. Ha raggiunto il suo obiettivo e, una volta sul palco, ha regalato alla platea romana un concerto unico e pieno di energia.

    Ad accompagnarlo nel suo viaggio tantissimi ospiti, tra i quali Ultimo, il vincitore di Sanremo giovani di quest’anno. Entrambi sono accomunati dalle stesse origini e dalla stessa vena poetica. Insieme hanno creato un bel duetto, sulle note di “L’eternità (Il mio quartiere)”. Dopo di lui Fiorella Mannoia e Ermal Meta, con il quale Fabrizio ha vinto l’ultima edizione del Festival di Sanremo con la canzone “Non mi avete fatto niente”.

    Tra i momenti più di spessore del concerto le interpretazioni di “Pensa”, accompagnata dalle immagini dei protagonisti della lotta alla mafia, e di “Fermi con le mani”, seguita dalle foto di Stefano Cucchi.  Lo stadio è in tripudio al momento dell’esecuzione di “Portami Via”, recente successo del cantante. Fabrizio alza il microfono, tace e lascia parlare i settori stracolmi dello stadio, che accolgono l’invito alla grande.

    Con “Pace”, l’ultima canzone del concerto, al cantante scappa un filo di commozione. Si appoggia all’asta del microfono, nascondendo il volto tra le braccia. Quando si rialza i suoi occhi sono bagnati, rigati dal pianto. Lacrime dolci, sincere, di un ragazzo uscito da tunnel complicati e che oggi, grazie alla sua penna, si è definitivamente consacrato. Alla fine vorrebbe abbracciare tutti, uno per uno.

    Non a caso si ferma a salutare qualche ragazzo, prendendo più tempo rispetto al normale. Si spengono le luci dello show e si accendono quelle del ricordo di un bel concerto, che inaugura il tour di un ragazzo divenuto uomo grazie alla musica, la sua musica.

    Tommaso Franchi

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