Mostra fotografica “Pier Paolo Pasolini”al Teatro Valle Occupato

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    TEATRO VALLE OCCUPATO

    5 agosto 2014

    MOSTRA FOTOGRAFICA

    PIER PAOLO PASOLINI di DINO PEDRIALI

     

    Pier Paolo Pasolini

    Pier Paolo Pasolini

    Dal 5 agosto 2014 al Teatro Valle Occupato viene allestita la mostra “Pier Paolo Pasolini” di Dino Pedriali, il fotografo romano definito da Peter Weiermair il Caravaggio della fotografia del Novecento. La mostra prevede una selezione di famosi nudi scattati a Pier Paolo Pasolini, nella sua casa di Chia nel 1975, pochi giorni prima della sua tragica morte.

    Pedriali ha scelto di omaggiare i tre anni di autogoverno del Teatro Valle, avviando la mostra proprio in uno dei giorni più importanti per le sorti dello stesso teatro, quello in cui avviene l’incontro tra la Fondazione Teatro Valle Bene Comune e il Teatro di Roma, nei locali dell’Assessorato alla Cultura.

    A seguire, si terrà al Teatro Valle Occupato un’assemblea cittadina alla quale interverranno, tra gli altri, Tomaso Montanari, Massimo Bray e Paolo Maddalena.

    Dino Pedriali è un fotografo italiano, davanti al suo obiettivo sono passati sia ragazzi di vita che grandi personaggi come Segal, Giacomo Manzù, Giorgio De Chirico, Federico Zeri, Marcel Carné, Rama, Alberto Moravia, Federico Fellini, Rudolf Nurejev, Andy Warhol, Man Ray, e Pier Paolo Pasolini, quest’ultimo fotografato nella sua casa di Chia nel 1975 per il libro Petrolio poco tempo prima del suo tragico assassinio.

    Nel 2004, in occasione della retrospettiva “Nudi e Ritratti – Fotografie dal 1974/2003″, il critico d’arte Peter Weiermair definì Pedriali come il “Caravaggio della fotografia del Novecento”, riferendosi in particolare al genere del nudo. Scrisse infatti: «Come Caravaggio prendeva i suoi modelli dalla strada e li nobilitava nei suoi quadri, ostentando la loro bellezza lasciva in vesti mitologiche o bibliche (giovani amori o apostoli senescenti!), e strappando loro i vestiti dal corpo, così anche Pedriali spoglia i suoi modelli proletari mostrandone la forza, l’orgoglio, la muta coscienza di sé.»

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