Paganico Sabino festeggia il Primo Maggio con la Sagra dei Vertuti

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    Paganico Sabino

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    Il ritorno alla vita e la rinascita: è l’allegoria del Calendimaggio, la festa che nei secoli passati salutava l’arrivo della buona stagione dopo il rigido inverno. Una festa tipica di una   tradizione contadina che è ancora fortemente radicata nel borgo di Paganico Sabino, fra i   più antichi della Valle del Turano. Qui il primo maggio fra tradizioni, storie e leggende, ma anche riti pagani e prelibatezze locali, si celebra il “Kalènnemàju” e si festeggia con la Sagra dei Vertuti. “San Félìppu e Jàku, faccio a Kalènnemàju, se mòro affonno, se nò ritorno”: è con questi versi che gli abitanti del luogo e i visitatori daranno il via al rito al quale i nostri antenati, timorosi di Madre Natura, facevano riferimento per trarre le sorti della propria esistenza. Rigorosamente digiuni, immergeranno tre ghiere di noci in un bicchiere colmo di vino pronunciando l’arcano rito: se le noci resteranno a galla, quella in arrivo sarà un’ottima stagione.

    La festa si sposterà poi a tavola con la 24° edizione della Sagra dei Vertuti, una zuppa di legumi e cereali (fagioli, ceci, fave, grano, granturco) aromatizzata con foglioline di timo selvatico e condita con l’olio d’oliva della Sabina: un altro piatto legato ai tradizionali riti primaverili rivolti come ringraziamento agli dei per la fecondità della terra, che sarà servito insieme ai maccheroni al pomodoro, alle salsicce, alle bruschetta e ovviamente al vino. Dopo il ricco pranzo al centro diurno, coperto da grandi tensostrutture, i visitatori potranno curiosare fra gli stand dei prodotti tipici che riempiranno il centro storico, visitare la Mostra di Arredi Sacri e Contadini o ancora assistere agli spettacoli di musica popolare dal vivo con il gruppo Eco tra i torrioni”, mentre per i più piccoli è in programma la seconda edizione del torneo di calcetto “Kalènnemàju 2014”. Ma raggiungere Paganico Sabino il 1° maggio rappresenta una buona occasione anche per scoprire un borgo dal fascino magico che sorge sulle sponde del Lago del Turano, creato artificialmente nel 1939 attraverso la realizzazione di una diga sull’omonimo fiume e collegato al Lago del Salto da una galleria lunga 9 km. Tra la Riserva Naturale Monte Cervia e il Monte Navegna, il paese sorge tra boschi di querce, castagneti popolati da esemplari secolari di rara bellezza e faggeti che lasciano spazio ad ampie praterie.

    L’aspetto del borgo – le cui notizie più remote risalgono al 852 – è quello di un “castrum” medioevale, con l’ingresso segnato da due porte che conducono tramite strettissime viuzze al cuore del paese. Paganico Sabino è dominata dalla chiesa di Santa Maria dell’Annunciazione, mentre meritano una visita anche la parrocchiale San Nicola e la chiesa di San Giovanni Battista, nella cui facciata esterna sono murati quattro frammenti di Pluteo che sembrano far parte di un unico complesso decorativo di epoca altomedievale. Nel territorio di Paganico sorge la suggestiva “Pietra Scritta”, il monumento funerario della famiglia dei Muttini risalente alla seconda metà del I secolo a.C. La “Pietra Scritta”, insieme ad altri reperti archeologici rinvenuti recentemente sulla cima del monte Cervia, testimonia la remota antichità degli insediamenti romani nella Valle del Turano.

    Info – 3408505381

    Località – Paganico Sabino – Rieti – Lazio – centro storico

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    Date – 1 Maggio 2014

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