Si aprirà domani la mostra ai mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali dal titolo “I Fori dopo i Fori”

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    Oggi si è tenuta l’apertura straordinaria per i giornalisti con la presentazione della mostra inaugurata da Caludio Parisi Presicce, dirigente Beni Culturali ed Ambientali, che ha fatto da introduzione alla tematica dei Fori Imperiali e della loro importanza storica e dei personaggi famosi che vi hanno abitato esponendo la galleria dei personaggi famosi che hanno abitato nell’area dei Fori Imperiali si apre con Giotto.

    Nel dicembre 1313 l’artista incaricava un suo procuratore di recuperare oggetti lasciati a Roma nella casa di una tal Filippa da Rieti presso Tor de’ Conti. Nell’area del Foro di Traiano si trovava il celebre “giardino di antichità” di Johann Göritz, protonotario apostolico di origine lussemburghese, giunto a Roma intorno al 1497.

    Egli aveva latinizzato il suo nome in Coritius ed era a capo di un gruppo di umanisti che, all’inizio del Cinquecento, si riunivano nel giardino del Foro, ricco di iscrizioni e marmi antichi, per comporre e declamare poemi.

    Durante il sacco di Roma del 1527 i lanzichenecchi catturarono il Göritz e gli imposero un riscatto dopo averlo gravemente maltrattato. Sconvolto dalla violenza subìta egli fuggì da Roma ma si ammalò e morì poco dopo a Verona. Forse già dal 1510 Michelangelo abitava nella casa che gli avevano messo a disposizione gli eredi di Giulio II della Rovere (1503-1513) perché potesse completare le sculture per la tomba del papa. La casa era nella contrada di Macel de’Corvi presso la chiesa della Madonna di Loreto.

    La tomba di Giulio II non fu mai terminata ma in questa casa Michelangelo trascorse il reso della propria vita e morì il 18 febbraio 1564. Qui vicino, ma verso la chiesa di San Marco, si trovava anche la casa di Giulio Romano (Roma, 1499 circa-1546), allievo prediletto di Raffaello e uno dei più grandi artisti del Rinascimento.

    Entrambi gli edifici furono demoliti tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo per la sistemazione urbanistica di Piazza Venezia. Flaminio Ponzio giunse a Roma giovanissimo per imparare il mestiere di architetto lavorando con suo zio, Martino Longhi il Vecchio. Spinto dalla vicinanza con i Longhi si trasferì in Via Alessandrina, dove costruì la propria casa. Dal 1605 fu architetto personale di Paolo V Borghese (1605-1621), per il quale progettò nella casa di Via Alessandrina la Cappella Borghese in Santa Maria Maggiore e il Fontanone dell’Acqua Paola al Gianicolo. La casa di Flaminio Ponzio fu demolita nel 1931 per l’apertura di Via dell’Impero.

    Ormai dopo oltre 25 anni di lavori di scavo nell’area dei fori imperiali c’è stata una enorme quantità di materiali che sono stati portati alla luce e il senso di questa mostra è proprio volerli esporle per renderli patrimonio di tutti.

    La mostra espone  attraverso oltre 310 reperti archeologici che riguardano la vita quotidiana di persone che nel medioevo hanno vissuto nella zona dei fori: grazie allo scavo stratigrafico si è potuto tornare gradualmente indietro nel tempo ricevendo in dono questi preziosi reperti.

    L’archeologo Roberto Meneghini spiega come tutto il quartiere medievale sia perfettamente intatto sotto i Fori Imperiali nonostante gli sbancamenti fatti negli anni ’30.

    Sono emersi dei contesti che non conoscevamo come il quartiere medioevale che si sovrappone al quartiere altomedievale, dove sono sorte nuove tipologie d’abitato che ci aiutano a comprendere come erano le abitazioni aristocratiche a Roma nell’IX e X secolo.

    Mai a Roma in precedenza erano stati fatti ritrovamenti di questo genere. Meneghini spiega che: “Una ricca quantità di materiali è emersa dagli scavi, che abbiamo nei magazzini,  una tale quantità che sarebbe impossibile esporla tutta, ma noi cerchiamo con questa mostra di esporne questa piccolissima quantità poiché ognuno di questi materiali potrebbe essere uno spunto per una mostra o per un convegno. Speriamo che questo sia soltanto l’inizio e questa sia la prima di una serie di occasioni per divulgare questi spezzoni interessantissimi di storia urbana della città”.

    A seguire l’intervento della storica dell’arte Nicoletta Bernacchio ci parla della scelta sull’esposizioni di alcuni materiali anziché altri, sono emersi spesso materiali molto piccoli che testimoniano la vita quotidiana, come brocche e vasi in ceramica, oggetti devozionali come immaginette provenienti dalla chiesa di santa Eufemia demolita in periodo napoleonico per fare emergere la Basilica Ulpia, frammenti di rosario e di ceramica conventuale. Ma ci sono opere d’arte molto belle come i plutei che vanno dal VII, IX, X secolo.

    Girando per il II piano del Museo dei Fori Imperiali, la mostra si presenta con una breve parte introduttiva sulla trasformazione dell’area dei Fori Imperiali dall’antichità alle demolizioni dell’epoca fascista, fino agli scavi del giubileo.

    La mostra si articola in 4 sezioni: la prima,  dedicata a gli oggetti della vita quotidiana, si articola in diverse sottosezioni dove è possibile ammirare una varietà di contenitori in ceramica la cui evoluzione, nella forma e nella decorazione, segue il gusto e la moda dei tempi. Dagli scavi sono emersi dei c.d. “tesoretti”, tipici del periodo medioevale, i proprietari non potendoli portare dietro decidevano di seppellirli. Del quartiere Alessandrino abbiamo reperti come occhiali, posate, bottoni ecc;  nella II sezione dal titolo “i vasai del Rinascimento” sono visibili scarti di fabbricazione.

    Nella III sezione dal titolo “gli abitanti famosi”, sono pannelli che spiegano la vita dei più importanti ed illustri artisti che vissero in questa zona come Giotto, Longhi, Michelangelo, Giulio Romano.  Nella IV ed ultima sezione, dal titolo “ Chiese e Conventi”, dal complesso di Sant’Eufemia provengono numerose medagliette devozionali. Secondo alcune ipotesi alcune di queste medagliette potevano essere oggetti di riconoscimento per le bambine abbandonate nella ruota del convento delle zitelle. Il quale sorgeva annesso alla chiesa di sant’Eufemia ed arrivò ad ospitare nel XVII secolo fino a 400 orfanelle: il nome zitelle trae origine dal termine piccole zite, come erano chiamate le bambine nel dialetto romano del tempo.

    I Fori non hanno mai smesso la  loro funzione come la maggior parte dei monumenti di Roma ovunque si guardi, nei vicoli e per le strade della città, si possono notare tanti elementi architettonici sovrapposti gli uni agli altri.

    Oggi gli scavi archeologici possono aiutarci a comprendere questa evoluzione,  grazie alle mostre tutti possono avere la possibilità di documentarsi su un passato che è comunque sempre presente attorno a noi.

    Per info:

    Dal 30 marzo al 10 settembre 2017
    Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali
    Via Quattro Novembre, 94 – 00187 Roma
    Orari: ore 9,30 – 18,00 (tutti i giorni)
    Biglietto: Intero 13,00 euro – Ridotto 11,00 euro (Riduzioni in loco per residenti)
    Tel. 06 0608
    www.mercatiditraiano.it

    Emiliano Salvatore

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