Womanity di Barbara Cupisti alla Festa del Cinema di Roma

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    Womanity è un film che racconta trentasei ore di vita di quattro donne che vivono in India, Egitto e USA.  Nelle stesse ore, le donne di Washington manifestano per mandare un messaggio al Presidente degli USA e a tutto il mondo: i diritti delle donne sono diritti umani e devono essere rispettati.

    Le trentasei ore raccontano le storie di resilienza delle protagoniste e ci conducono nella “forza positiva” che le donne esercitano nella società, nella sfera domestica, nei luoghi di lavoro.

    LE PROTAGONISTE

    Sisa: lustrascarpe 64enne, egiziana. Divenuta vedova molto giovane, durante il sesto mese di gravidanza, rimase in condizioni economiche molto precarie e senza supporto della famiglia. Come donna analfabeta le prospettive non erano molte. Poteva diventare una mendicante oppure sposarsi per interesse con il cognato che la pretendeva. Fu così che ebbe l’idea di travestirsi da uomo per poter svolgere, per 43 anni, lavori riservati esclusivamente agli uomini, garantendo così un futuro a sua figlia. Dopo aver rimosso a lungo la sua appartenenza al mondo femminile, Sisa fu “scoperta” ed onorata dal Governatorato di Luxor con il premio di “madre ideale”.

    Geeta e Neetu: indiane, madre e figlia, sono state vittime di un terribile attacco con l’acido nel 1993, quando Neetu aveva solo 3 anni d’età. L’attacco fu operato dal marito di Geeta, e padre di Neetu, che aveva l’intenzione di ucciderle per potersi risposare con un’altra donna che gli avrebbe potuto finalmente dare un figlio maschio. Normalmente, le donne che sono state sfigurate con l’acido si vergognano della loro condizione e non escono di casa, se non completamente coperte, in modo da non svelare le loro presunte colpe. Geeta e Neetu hanno percorso una strada diversa: si sono unite al caffè “Sheroes Hangout” di Agra e sono parte orgogliosa di questa realtà gestita interamente da donne che hanno subito attacchi con l’acido.

    Ritu: indiana, attivista per i diritti delle donne, è stata protagonista, insieme al fratello Sunil, Sarpanch (capo), del villaggio di Bibipur, della sensibilizzazione di un villaggio e di un distretto, drammaticamente caratterizzati da un tasso elevato di feticidi di feti femminili e di infanticidi di bambine. Oggi Bibipur è conosciuto in tutta l’India come “il mondo delle donne” come indica il cartello in hindi che accoglie i visitatori al loro ingresso in paese.

    Jonnie: camionista 40enne, americana. Dopo un’adolescenza difficile e violenta, si è trasferita in Nord Dakota con una piccola eredità di mille dollari ricevuta da sua nonna. Una volta arrivata a Williston, città abitata quasi esclusivamente da uomini attratti dalle opportunità offerte dal boom del petrolio, ha iniziato una nuova vita alla guida di enormi camion. Grazie alla sua grande forza interiore, Jonnie è riuscita a sopravvivere e ad affermarsi in una comunità segnata da valori esclusivamente maschili.

    Scritto e diretto da Barbara Cupisti, prodotto da Sandro Bartolozzi, soggetto Barbara Cupisti in collaborazione con Natascia Palmieri, montaggio Alessandro Marinelli, fotografia Sandro Bartolozzi, Antonello Sarao, musica Tommaso Gimignani, sound designer Riccardo Cimino, production manager Natascia Palmieri. Una produzione Clipper Media con RAI Cinema, Italia 2018, durata: 90’

    NOTE DI REGIA

    Ho iniziato a pensare a questo film 10 anni fa, durante la lavorazione di Madri. L’incontro con queste donne straordinarie ha continuato a lavorare in me e, arrivata al mio decimo film, ho pensato di onorare questo traguardo importante con un documentario dedicato alle donne alla loro forza e resilienza. Ho incontrato donne incredibili nel mio percorso di vita, donne di cui non sempre ho potuto raccontare le storie, a partire da mia madre e mia nonna, donne lottatrici, eroine del quotidiano di cui si parla troppo poco o per niente. Nei campi profughi, alle pendici dell’Himalaya, nella foresta brasiliana, nei territori occupati, nell’occidente che ha perso la sua civiltà, nei campi rom e un po’ ovunque io sia stata in questi ultimi anni, le donne mi hanno sempre parlato di futuro, di speranze, di sogni, con sacrifici incredibili hanno ricostruito le loro vite e quelle delle loro famiglie, dei loro cari, della comunità di cui fanno parte. Potrei anche dire che questo è un film sulla solitudine, perché ciascuna donna, nella sua solitudine interiore e non, porta avanti la propria battaglia ogni giorno, in silenzio.

    È   stato molto complicato realizzare Womanity perché all’inizio volevo girare tutte le storie in piano sequenza che poi avrei intrecciato al montaggio. Il film narra 36 ore delle mie protagoniste, in luoghi del mondo completamente diversi, con orari diversi, clima diversi, usi diversi. Alla fine ho dovuto abbandonare l’idea del piano sequenza, pur cercando di mantenerne l’idea, il sapore!

    Ho dovuto conquistare la fiducia delle protagoniste del film, abbiamo superato assieme gap linguistici e differenze culturali, ci siamo aiutate a vicenda.

    Womanity è dedicato a Chantal Akerman, che ho avuto l’onore di incontrare a Venezia, eravamo entrambe nella giuria di Orizzonti, Chantal ne era la presidente.

    Era brava, forte, libera e un po’ folle, come solo i geni sanno essere. Non amava le menzogne, non aveva pregiudizi ed era inarrestabile nel cercare la verità nei film e nella vita.

    Lavorare, seppur brevemente, con lei mi ha insegnato il coraggio in questo mestiere, il coraggio di non lasciarmi intimidire in un ambiente dominato dagli uomini.

    Barbara Cupisti

    BARBARA CUPISTI

    Diplomata all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico, inizia la sua carriera come attrice di teatro con Peppino Patroni Griffi e poi nel cinema con La Chiave, di Tinto Brass. In seguito lavora anche con Dario Argento, Michele Soavi, Lucio Fulci, Lamberto Bava, Norman Jewison, Paul Planchon, Antonio Pedro Vasconcelos, John Lofve, Gabriele Salvatores, Angelo Orlando, Carlo Verdone e Franco Bernini. Nel 2002, è apparsa in Total Kheops con Marie Trintignant e Richard Bohringer.

    Passata poi alla conduzione e in seguito alla regia di programmi socio culturali su Rai Tre, Rai Sat e Rai International scopre l’interesse nel raccontare storie di uomini e donne, trovando nel documentario il modo ideale di scrivere per immagini. Inizia quindi a girare lunghi documentari per il cinema.

    Il suo primo film, Madri, proiettato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia del 2007, ha vinto il David di Donatello nel 2008 come Miglior Documentario dell’anno.

    Il secondo documentario, Vietato sognare (2008), proiettato in diversi festival cinematografici internazionali e distribuito in tutta Italia da Arci Ucca, ha ricevuto come riconoscimenti il “Premio del Pubblico per il Miglior Film Documentario” al Bahrein International Human Rights Film Festival (maggio 2009); l’“Amnesty International Cinema and Human Rights Award” al Festival Internazionale del Cinema di Pesaro (giugno 2009) e il XII “Sigillo per la Pace” (Firenze, 2009). Inoltre, il film ha ricevuto l’Alto Patronato da parte dell’Unicef Italia.

    Nel 2011, il film Io Sono, che ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International, è stato presentato fuori concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

    Nel 2012, Fratelli e Sorelle, storie di carcere, realizzato con Rai Cinema, vince il Premio Flaiano e il Premio Ilaria Alpi per il Miglior lungo reportage italiano. Nel 2013 candidato a miglior documentario di lungometraggio per il David di Donatello.

    Nel 2013 gira il documentario Interferenze Rom, sulla situazione dei diritti umani della più grande minoranza etnica presente in Europa.

    Nel 2014/15 Esuli, una trilogia composta da tre film documentari che raccontano storie di esuli del Terzo Millennio, vincendo il Nastro d’Argento per i documentari.

     

    CLIPPER MEDIA

    Clipper Media, dal 1999 produce e distribuisce film e documentari a sfondo sociale e culturale, insieme a filmati di animazione, produzioni audiovisive teatrali, installazioni museali e programmi scientifici.

    Collabora con Rai Cinema, Rai, Sky Tg24, Sky Arte, Istituto Luce Cinecittà, ARD, Prosieben e RTSI.

    Con Actionaid, UNOPS, UNHCR, Ricerca e Cooperazione e Amnesty International, ha prodotto documentari su questioni della povertà e dei diritti umani in Africa, Asia, America Latina, Bacino del Mediterraneo ed Europa.

    Dal 2011 collabora con la casa editrice Castelvecchi, una delle società editoriali italiane maggiormente attenta alle tematiche sociali.

     

    CLIPPER MEDIA e RAI CINEMA

    presentano

    WOMANITY

    Un documentario di Barbara Cupisti

    Scritto e diretto da

    Barbara Cupisti

     

    Prodotto da

    Sandro Bartolozzi

     

    Soggetto

    Barbara Cupisti

     

    in collaborazione con

    Natascia Palmieri

     

    Montaggio

    Alessandro Marinelli

     

    Fotografia

    Sandro Bartolozzi, Antonello Sarao

     

    Musica

    Tommaso Gimignani

     

    Sound Designer

    Riccardo Cimino

     

    Production Manager

    Natascia Palmieri

     

    Una produzione

    Clipper Media con RAI Cinema

     

    Durata: 90’

     

    PROIEZIONI

    GIOVEDI 25 OTTOBRE I MAXXI I 21.30 I PUBBLICO E ACCREDITATI

    SABATO 27 OTTOBRE I TEATRO PALLADIUM I 20:30 INGRESSO LIBERO

     

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